Le zanzare in giardino: ospiti indesiderati
Le zanzare in giardino: ospiti indesiderati
L’arrivo della bella stagione invoglia a restare all’aperto. Una cena in balcone o un aperitivo in giardino, però, possono essere rovinate dalla compagnia di ospiti alquanto indesiderati: le zanzare. Puntualmente questi insetti tornano a tormentarci ogni anno in tarda primavera e possono avere un impatto fortemente negativo sulla qualità della vita rendendo sgradevoli o anche completamente impossibili tante attività all’aperto. In caso di infestazioni massicce, anche il banale restare in casa con le finestre aperte può trasformarsi in un’esperienza alquanto spiacevole.
Caratteristiche e abitudini
Sono solo le zanzare adulte che ci tormentano con le punture. Gli stadi giovanili, chiamati larve e pupe, invece vivono in acqua dove si nutrono per lo più filtrando le particelle di materiale organico in sospensione. Le varie specie occupano gli ambienti idrici più disparati, da zone paludose a pozze salmastre, da fossi e risaie a piccoli contenitori in contesti urbani dove ristagna l’acqua. Pur vivendo nell’ambiante acquatico, gli stadi giovanili delle zanzare respirano aria. Questo consente loro di colonizzare anche acque molto inquinate e povere di ossigeno, dove i loro nemici naturali come pesci e insetti acquatici non riescono a vivere. Una volta divenute adulte e alate, le zanzare lasciano l’ambiente acquatico e tendono a rifugiarsi nella vegetazione, lontano dalla luce del sole e dove l’umidità relativa è più elevata.
In realtà, le sole femmine si nutrono di sangue, che serve loro per la maturazione delle uova. Tramite strutture boccali modificate a mo’ di siringa ipodermica le zanzare perforano la pelle degli ospiti. Quindi iniettano una saliva con funzione lubrificante, anticoagulante e leggermente anestetica, saliva che consente loro di aspirare pochi microlitri di sangue. È la reazione allergica dell’ospite a questa saliva che, poco dopo la puntura, provoca il prurito e il gonfiore. Ed è sempre con la saliva che zanzare infette possono trasmettere da un ospite all’altro agenti patogeni come virus, plasmodi e filarie. Fortunatamente, non tutte le zanzare attaccano il genere umano: della sessantina di specie che si trovano nel nostro paese, meno di dieci punge regolarmente l’uomo causando problemi rilevanti.
Tuttavia, la globalizzazione e il commercio internazionale hanno contribuito a diffondere anche le zanzare, in particolare le specie più adatte a occupare le aree urbane e industriali. È il caso della Zanzara Tigre (Aedes albopictus), specie originaria dell’Asia Orientale inconsapevolmente trasportata e introdotta in vari altri paesi occidentali con il commercio di pneumatici usati. All’interno di questi, possono essere deposte uova capaci di resistere in una fase quiescente per mesi. Costituendo infestazioni rilevanti negli ambienti più antropizzati, la Zanzara Tigre è la specie che in Italia causa i maggiori fastidi e comporta i maggiori rischi teorici per la circolazione di malattie.
La necessità di una strategia integrata
Contrariamente ai toni entusiastici con cui sono pubblicizzati tanti prodotti contro le zanzare, per il controllo di questi insetti non esistono proiettili magici. Nessun insetticida, repellente, trappola e qualsiasi altro tipo di prodotto o strumento è in grado di risolvere il problema da solo. Per limitare i fastidi e i rischi sanitari che comportano infestazioni massicce di zanzare è necessario quindi ricorrere a una strategia integrata. Questo approccio, mutuato dall’agricoltura, ha come obiettivo il mantenimento della densità di un insetto ad un livello accettabile con l’impiego razionale di tutti i metodi di controllo disponibili. L’obiettivo è massimizzarne l’efficacia e allo stesso tempo minimizzarne i costi, i rischi per salute e gli impatti ambientali.
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