Potare il rosmarino
Potare il rosmarino
Il rosmarino è una pianta aromatica frequentissima negli orti, nei giardini e sui balconi di tutta Italia.
Non è indispensabile potarla ogni anno, perché la dimensione delle piante viene già contenuta dal prelievo dei rametti utilizzati in cucina per insaporire carni, pesci, patate, minestre e focacce o per aromatizzare oli e aceti.
È importante, però, intervenire periodicamente (ogni 2-5 anni) con dei tagli per contenere lo sviluppo eccessivo e disordinato della vegetazione, per favorire l’emissione di nuovi rametti e nuove foglie più profumate e meno coriacee di quelle vecchie e per evitare l’eccessiva lignificazione e lo svuotamento della parte basale. Lo svuotamento è dovuto al fatto che i fusti lignificati non portano gemme e non sono più in grado di sviluppare una nuova vegetazione.
Nel Nord Italia il momento migliore per intervenire è a fine marzo-inizio aprile, cioè in prossimità della ripresa vegetativa e quando le temperature sono stabilmente sopra gli 0°C. Così si evita di esporre i tagli non ancora ben cicatrizzati al gelo, fatto che potrebbe causare un deperimento di tutta o di una porzione della pianta. Proprio questa esigenza induce ad evitare i tagli in pieno inverno durante il riposo vegetativo e a considerare a rischio anche la potatura eseguita al termine della fioritura. Infatti i fiori possono permanere sulle piante anche per tutto ottobre ed oltre. Mentre anticipare il taglio recidendo i rami fioriti sarebbe un peccato. Infatti, i fiori del rosmarino sono ricchi di nettare e rappresentano un’importante fonte alimentare per gli impollinatori nel periodo pre-invernale.
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Il lavoro di potatura del rosmarino inizia con l’eliminazione completa dei rami secchi, danneggiati o ammalati. Si prosegue tagliando, anche in questo caso a partire dalla base, i rami che crescono verso l’interno della chioma. Dopo questi primi interventi, che potremmo definire di pulizia, si iniziano a scegliere i rami da accorciare del 20-30%. Queste dimensioni del taglio evitano che il rosmarino lignifichi troppo in alto e permettono di mantenere compatta la chioma. I primi rami da tagliare sono quelli che si incrociano fra loro o quelli che sporgono troppo dalla forma della pianta. Successivamente, se le potature vengono eseguite abbastanza regolarmente, si può intervenire anche su altri rami fino a raggiungere il 20-30% del totale di quelli presenti. Ma gli interventi possono essere più drastici quando si interviene su piante non potate da tempo.
Le piante in vaso vanno potate con gli stessi criteri di quelle a terra. Sarebbe bene, però, eseguire potature regolari su queste piante per mantenere un rapporto equilibrato fra le dimensioni del vaso e la chioma. Nel caso di rosmarino a portamento prostrato o strisciante si interviene, invece, ogni anno, accorciando di pochi centimetri tutti i rami per stimolare l’emissione di nuove ramificazioni.
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I tagli per potare il rosmarino vanno eseguiti a regola d’arte. Devono essere obliqui per evitare che l’acqua rimanga a lungo sulle ferite e non devono provocare sfilacciature. Per questo è indispensabile utilizzare forbici di qualità che garantiscono un taglio netto. È importante anche la cura dell’attrezzo da parte del potatore, in particolare bisogna controllare che la lama sia ben affilata e, se così non fosse, provvedere a molarla.
Normalmente per una pianta di rosmarino è sufficiente una normale cesoia. Se si interviene su una pianta vecchia dove si prevede il taglio di fusti lignificati di grosso diametro è bene disporre di una forbice elettrica o di un troncarami. In questi casi il taglio va fatto sempre recidendo il fusto alla base o all’inserzione sul ramo principale, perché, come detto, il legno non è in grado di far crescere una nuova vegetazione.
Il rosmarino, come tutte le piante, reagisce ai tagli di potatura sviluppando nuovi germogli ed emettendo nuove ramificazioni. Nella stagione successiva al taglio, quindi, la vegetazione si presenterà folta e rigogliosa.
Il materiale asportato con la potatura, ad eccezione di quello secco e malato, può essere utilizzato in cucina o per altri scopi.
Ad esempio la parte apicale dei rami può essere impiegata per preparare delle talee. Tale metodo di propagazione è da preferire sempre, perché dalla riproduzione per seme si ottengono piante meno robuste, molto disformi e di più lento sviluppo. Dopo aver tagliato gli apici alla lunghezza di 10-15 cm si tolgono le foglie della parte basale per circa due terzi della lunghezza e si interra la parte privata delle foglie. Successivamente bisogna mantenere umido il terreno o il terriccio dove è stata posta la talea.
Il materiale di potatura può anche essere essiccato. Si possono fare dei fasci da appendere nel sottotetto o in un altro locale abbastanza areato oppure si possono disporre i rametti in un contenitore curando di non schiacciare la vegetazione. Il contenitore deve permettere il passaggio dell’aria quindi sono adatti i cesti di vimini o le cassette di legno o di plastica mantenute sollevate da terra. Quando gli aghi sono secchi si separano dai rami. Si possono impiegare in cucina, ma, visto il periodo di taglio, le foglie non sono così profumate come quelle raccolte fra maggio e giugno. Allora possono essere destinate a scopi meno nobili di quelli culinari, ad esempio per la preparazione di sacchetti da mettere negli armadi per tenere lontane le tarme.
>> Dopo aver visto come potare il rosmarino, guarda anche la playlist dedicata alla potatura delle piante da frutto e ornamentali!
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