Il Callistemone, la bella pianta dai pennacchi rossi
Il Callistemone, la bella pianta dai pennacchi rossi
Questo articolo è dedicato ad una pianta ornamentale tipica delle zone a clima mite, il Callistemone. Questa specie, il cui nome già ne definisce la bellezza (dal greco kalos, cioè bello e stemon= stame, parte di fiore) è diffusa in molti giardini. La possiamo facilmente riconoscere per le simpatiche e caratteristiche infiorescenze dalla forma cilindrica che ricordano uno scovolino e che durano praticamente per tutta l’estate.
Il Callistemon appartiene alla famiglia delle Myrtacee come il mirto comune del Mediterraneo, ma questa pianta è di origine australiana. Ne possiamo trovare 30 specie diverse, le cui più comuni hanno infiorescenze di colore rosso accesso. Nella maggioranza dei casi sono arbusti sempreverdi, ma non mancano le specie a portamento arboreo e di grandi dimensioni.
Di solito la pianta non occupa uno spazio molto grande e per questo è adatta anche alla coltivazione in vaso, condizione in cui potrà regalare comunque fioriture generose e appariscenti.
Come e quando mettere a dimora un callistemone
Anche se si tratta di una pianta esotica, il Callestemon è ben adattato alle nostre condizioni di clima e terreno. Tuttavia è piuttosto sensibile agli abbassamenti termici invernali, per questo nel nord Italia o in montagna va coltivata solo se si può coprire adeguatamente. In questi luoghi la coltivazione in vaso è senza dubbio la più consigliata perché la si può avvolgere in un telo di tessuto non tessuto o spostare all’interno di una serra.
Nelle zone dove le condizioni climatiche ne consentono la coltivazione all’aperto, può essere trapiantata direttamente in un luogo assolato del giardino. Bisogna evitare le posizioni fortemente ombreggiate perché non sono ideali per la sua crescita florida e per una fioritura ricca. La stessa attenzione deve essere posta nel caso in cui si tenga su una terrazza, un balcone o un patio.
Per il trapianto si deve scavare una buca di dimensioni maggiori rispetto a quelle della zolla di terra con cui la troviamo. In questo modo, le radici quando iniziano ad espandersi, troveranno attorno della terra soffice che non opporrà resistenza al loro sviluppo.
All’impianto è importante concimare, ovvero dare alla pianta una base di nutrimento. In commercio possiamo trovare tanti fertilizzanti specifici per piante da fiore, ma la concimazione di fondo dovrebbe essere sempre basata su un buon ammendante organico come compost o letame. Dopodiché si possono aggiungere anche fertilizzanti liquidi, che cedono rapidamente nutrienti alle radici, e si trovano anche di origine naturale. Se sulla confezione trovate dei riferimenti all’agricoltura biologica si tratta di prodotti eco-compatibili, ideali per essere somministrati più volte l’anno nelle dosi consigliate sulle confezioni.
Le cure
Durante tutta la bella stagione dovremo irrigare regolarmente ma senza esagerare. Il Callistemone tollera periodi brevi di siccità e rifugge i ristagni idrici. In vaso gli interventi di irrigazione dovranno comunque essere più frequenti.
In autunno, nel caso di precipitazioni forti, risulta importante preservare la pianta dal ristagno di umidità tanto dannoso alle radici, coprendo la zona attorno al colletto con un telo.
Le concimazioni, come accennato sopra, potranno ripetersi più volte nella stagione, a seconda dei prodotti utilizzati, senza mai eccedere.
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Le potature del Callistemone si realizzano a fine inverno, ma non devono mai essere aggressive, anche perché la pianta ha uno sviluppo lento che non richiede molti tagli di contenimento. Prima dell’arrivo della primavera possiamo pulire quindi la pianta dai rami eventualmente danneggiati dai rigori invernali, quelli che sporgono troppo, quelli particolarmente fitti.
Trattamenti
Durante la bella stagione il Callistemone, dai pennacchi rossi potrebbe subire attacchi di cocciniglie, insetti che tipicamente si attaccano alle foglie e ai rami per succhiarne la linfa. Con una comoda pompa a zaino elettrica si possono eseguire trattamenti eco-compatibili: con i classici oli minerali, ammessi anche in agricoltura biologica, oppure con un macerato di felce autoprodotto. La seconda opzione è in realtà più preventiva che curativa. Se si rinvengono in zona delle piante di felce maschio, tipiche di molti sottoboschi, possiamo realizzare quanto segue. Mettere 1 kg di foglie fresche in un recipiente con 10 litri di acqua, lasciare a macerare per circa una settimana, filtrare molto bene (gesto fondamentale per evitare problemi agli ugelli della pompa) e spruzzare sulle piante, senza diluizione.
Talee di callistemone
Come la maggior parte delle piante verdi, anche il Callistemone può propagarsi per via vegetativa, ovvero senza passare dal seme, mediante la pratica della talea. Per moltiplicare un esemplare particolarmente bello e sano, a primavera o a fine estate possiamo tagliare qualche rametto non fiorito e metterlo a radicare. I vasetti dovranno essere tenuti d’occhio regolarmente e irrigati con costanza, proprio per stimolare l’emissione delle radici.