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Quali insalate

Le insalate più comuni da coltivare in primavera sono la lattuga, che si trova in moltissime varietà, differenti per colore, forma e consistenza delle foglie, le cicorie da taglio e la rucola. Per le lattughe da cespo bisogna prendere le piantine da trapiantare, mentre tutte le altre tipologie si seminano direttamente.

Parola d’ordine: scalarità

Per prolungare di mesi il raccolto di insalate è importante organizzare semine e trapianti distanziati nel tempo, di almeno due settimane. Invece di trapiantare, ad esempio, 60 piantine di insalata contemporaneamente, è meglio piantarne 20 alla volta, insieme ad altre specie di verdura, e ciò consente di ottenere raccolti differiti. L’ideale, come sempre, è progettare per tempo gli spazi dell’orto e gestirli in modo efficiente.

Insalate da seminare

Delle insalate da seminare fanno parte le lattughe da taglio, il cicorino, la rucola nelle due varianti “coltivata” e “selvatica”, e anche la “misticanza”, ovvero un misto in cui troviamo semi di tante insalate diverse. Le prime semine di tutte queste specie possono essere realizzate fin dall’inizio della primavera, e poi possiamo proseguire ogni 2 o 3 settimane in spazi diversi dell’orto. Le insalate da taglio si possono seminare con due tecniche:

  • “a spaglio”, che consiste nello spargimento dei semi su tutta la superficie ben affinata di terreno e loro successiva copertura
  • “a file”, tecnica che prevede di tracciare il solco di semina e seminare in modo lineare in quello.

Tra le due tecniche, la seconda presenta il vantaggio pratico di favorire l’eliminazione dell’erba spontanea, perché tra una fila e l’altra si può zappettare, azione che ossigena anche il terreno.

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Insalate da trapiantare

Le lattughe da cespo sono le insalate per eccellenza di questo periodo e ne possiamo trovare di tanti tipi: cappuccio, lollo rossa e verde, canasta, lattuga romana, lattuga gentile e altre ancora, magari quelle tipiche del territorio in cui viviamo. Crescono tutte bene e sviluppano degli ottimi cespi con le temperature fresche primaverili. L’importante è rispettare sempre le distanze di trapianto, che sono di circa 25 cm tra una piantina e l’altra, una misura tale da garantire lo spazio sufficiente per ciascuna e per limitare la diffusione di eventuali patologie fungine, che sono favorite dalla coltivazione fitta.

Sfruttare le consociazioni

Per ricavare spazio da dedicare alle insalate, un trucco utile è quello di ottimizzare lo spazio al massimo, grazie anche alla possibilità di consociare gli ortaggi tra di loro. Per esempio, nell’aiuola che ospita i pomodori si può ricavare, tra una pianta e l’altra, spazio per alcune piantine di lattughe da cespo, o per una fila di insalatina da taglio da seminare. Lo stesso si può fare tra le melanzane o i peperoni, oppure si possono alternare file di bietole, di insalate e di cipolle, o alternare carote e lattughe. L’orto con le consociazioni è anche più gradevole alla vista perché variegato seppure in ordine.

 

Le irrigazioni

Le insalate contengono molta acqua e di conseguenza ne richiedono al terreno. Non possiamo definire con quale cadenza irrigare perché questo dipende dal meteo e dal tipo di terreno, ma in genere possiamo evitare di farlo ogni giorno. Quanto alle modalità di irrigazione, è preferibile evitare di spruzzare acqua a pioggia sulle insalate, perché lo stagnare successivo dell’umidità sulle piante le espone al rischio di prendere qualche patologia fungina. È meglio bagnare solo il terreno alla base delle piante.

Cure colturali

Tra le cure colturali necessarie, ricordiamo il controllo dell’erba spontanea, che cresce rigogliosamente in questa stagione, soprattutto in condizioni di piogge frequenti e buona fertilità del terreno. Vicino alle piantine conviene togliere l’erba manualmente, mentre tra le file si agisce con la zappa o il tridente.

Se abbiamo una coltivazione estesa di lattughe, è meglio pensare per tempo alla pacciamatura, da realizzare con i teli neri, da stendere prima del trapianto, o con materiali naturali di varia natura (fieno, paglia di vari cereali, foglie), da sistemare invece dopo il trapianto.

Trattamenti

Le piante di lattuga possono essere colpite da alcune patologie crittogamiche come la peronospora o bremia, e l’umidità ne è un fattore scatenante. I sintomi sono riconoscibili come macchie traslucide sulle foglie, che tendono poi a confluire e a portare a disseccamento tutta la foglia. È possibile trattare le piante ai primi sintomi con un prodotto molto naturale come il decotto di equiseto, che è un corroborante che rinforza le difese naturali delle piante, mentre contro eventuali attacchi di afidi si può usare il sapone molle di potassio o il semplice sapone di Marsiglia. In entrambi i casi, per i trattamenti può risultare molto comodo avere una pompa elettrica a zaino.

Raccogliere le insalate

Le insalate da cespo si raccolgono quando raggiungono le dimensioni ottimali, e naturalmente conviene raccoglierle al bisogno, ogni giorno, in modo da averne sempre di freschissime da mangiare. Però è bene non aspettare troppo, dato che poi la lattuga inizia ad emettere lo stelo fiorale per avviare la fase riproduttiva. Questa è infatti una delle ragioni per cui conviene lavorare molto sulla scalarità dei trapianti, che ci evita il rischio che alcune piante si sciupino.

La rucola e le altre insalate da taglio si possono tagliare e far ricrescere, irrigando dopo ogni taglio. Con la rucola bisogna stare attenti che non vada in semenza con il caldo, mentre noteremo che i primi tagli di cicorino sono teneri, e i successivi danno foglie più fibrose, per cui conviene rinnovare spesso le semine di questa specie ed evitare tanti ricacci delle stesse piante.

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Foto: Varietà di lattuga detta "a chiazze di trota"

Dott.ssa Agr. Sara Petrucci

Sara Petrucci è Dottore Agronomo e da anni si occupa di agricoltura biologica come scelta professionale ed etica. Ha tenuto molti di corsi di orto per privati, ha collaborato a progetti sociali legati all’orticoltura e scrive articoli. Offre consulenze ad aziende agricole biologiche.