La consociazione delle piante
Come e perchè farla
Per consociazione s’intende la coltivazione contemporanea di diverse piante da orto nel medesimo terreno. In nessun terreno cresce mai una sola specie, ma ve ne sono sempre diverse; in questo l’uomo non deve far altro che imitare la natura che fa crescere vicine piante che apportano l’un l’altra un reciproco vantaggio, senza danneggiarsi; questo perché alcune colture, per le loro caratteristiche, possono favorire od ostacolare lo sviluppo delle specie vicine. E’ questo il principio delle consociazioni virtuose di orticole che, coltivate insieme, traggono benefici per loro a livello di produttività, di qualità dei frutti e di razionalizzazione dell’impianto.
Inoltre si ha un miglioramento della struttura fisica del terreno (macroporosità), con diminuzione dei fenomeni erosivi e miglioramento della permeabilità; allo stesso tempo si ottiene la riduzione dell’attacco dalle infestanti, grazie al fatto che la vegetazione ricopre l’area più a lungo.
Nelle zone particolarmente calde e assolate è consigliabile coltivare piante a taglia alta a protezione di piante a taglia bassa: come ad esempio pomodoro a crescita indeterminata e lattuga da cespo; il pomodoro è ad allevamento verticale e permane sul terreno per diversi mesi, la lattuga è compatta e viene raccolta dopo un mese dal trapianto.
Lo sfruttamento delle diverse lunghezze di cicli vitali, ci permette di coltivare rucola e cavolfiore consociati, poiché la rucola dalla semina a dimora alla raccolta impiega 30-45 giorni, mentre il cavolfiore dal trapianto alla raccolta impiega 75-90 giorni; il vantaggio evidente è che lo stesso spazio lo usiamo per coltivare contemporaneamente due o più ortaggi.
Altro esempio di consociazione sono lattuga a cespo coltivata insieme al cavolo cappuccio.
Il metodo di semina e trapianto consigliato per riuscire a ottimizzare le consociazioni è la disposizione a file, che consente una facile alternanza delle specie e semplifica l’esecuzione delle diverse operazioni colturali, il controllo della nascita delle erbe infestanti e l’arieggiamento del terreno con attrezzi manuali come sarchielli o zappette. Si può ottenere un maggior controllo delle erbe infestanti anche con l’utilizzo di pacciamatura organica (paglia) o in alternativa di un telo biodegradabile a base di amidi di mais e patate, che ha il vantaggio di non dover essere rimosso al termine del ciclo colturale.
Con questo metodo vengono messe in coltivazione quelle specie che mal si adattano al trapianto (rucola, carota, spinacio…), mentre altre piante sono tradizionalmente messe a dimora con pane di terra (pomodoro, cavolo, lattuga, cavolfiore…).