Come gestire la sorghetta nell’orto
Un'erba infestante particolarmente invasiva
Nella coltivazione di un orto la gestione della flora spontanea è senza dubbio un aspetto importante e dei più impegnativi, perché le specie che crescono nei terreni coltivati e ai loro margini sono molte, e alcune risultano particolarmente invasive.
Tra le infestanti più tenaci spicca il Sorghum alepense, graminacea chiamata volgarmente sorghetta, o anche sorgagna, melghetta, cannereccia o sorgo selvatico. La sorghetta è considerata una delle 10 malerbe più dannose del mondo e si è diffusa ampiamente soprattutto dagli anni ’50 causando importanti perdite ai raccolti. Per fortuna non è una tipica infestante degli orti curati costantemente, dove prevalgono altre essenze, ma può incidere in maniera importante durante i primi anni di coltivazione di un appezzamento che era stato tenuto a lungo come incolto. Chi si trova ad iniziare la coltivazione dell’orto su un terreno con queste condizioni deve armarsi di pazienza, poi con il tempo e le cure colturali la pressione della sorghetta può essere allentata.
Vediamo quindi come riconoscere questa specie e come fare a ridurne la presenza nel minor tempo possibile senza fare ricorso ad alcun diserbante chimico.
La pianta
La sorghetta è una graminacea diffusa in tutte le zone temperato-calde del globo grazie alla sua ampia adattabilità. Germina all’inizio della primavera emettendo le prime foglie tipiche di questa famiglia che inizialmente sono di colore verde chiaro e hanno una base rossiccia. Lo stelo è destinato a crescere nell’arco di poco tempo, raggiungendo un’altezza di circa due metri.
Verso giugno inizia la fase riproduttiva, con l’emissione di infiorescenze a pannocchie che prendono un colore rosso violaceo. I semi cadono al suolo a maturità, poi la parte aerea dissecca e i rizomi sotterranei vanno in dormienza per tutto il periodo invernale, per poi risvegliarsi a primavera.
Perché la sorghetta risulta così aggressiva
La sorghetta è una pianta estremamente invasiva perché non si limita a propagarsi mediante semente, ma anche tramite i rizomi carnosi, quindi per la lotta è necessario agire su entrambi i fronti. Una singola pianta è in grado di produrre fino ad un massimo di 28000 semi, che restano vitali nel suolo per 7 anni e, sebbene non trovino tutti quanti le condizioni per germinare, buona parte di questi danno vita a nuovi individui. Anche i rizomi dal canto loro sono tenaci, e per resistere alle basse temperature invernali si sviluppano in profondità nel terreno.
La lotta alla sorghetta
Per eliminare la sorghetta, o comunque per limitarne la presenza nell’orto, bisogna agire evitando sia la diffusione dei semi sia quella dei rizomi. Date le premesse, è facile comprendere quanto sia controproducente lasciare che salga a seme e che si riproduca in modo indisturbato.
Per eliminare la sorghetta bisogna intervenire presto, agli inizi della stagione. Se riconosciamo le piantine dovremo estirparle ben presto, ma non è sempre semplice farlo a mano come le altre specie perché è facile spezzarla togliendo solo ciò che emerge dalla superficie del terreno, lasciando sotto il resto. Benché possa sembrare un lavoro noioso, è utile intervenire con una palettina robusta e estirpare la sorghetta in profondità. Infatti, attaccato al germoglio che emerge dal terreno c’è una porzione di rizoma che non bisogna lasciare nel terreno, altrimenti genera altri germogli. È utile fare spesso questo lavoro: non c’è una regola fissa sulla sua frequenza ma è consigliato ripeterlo ogni volta che si vedono esemplari di sorghetta spuntare dal terreno. Sui terreni particolarmente infestati noterete con quanta rapidità si arrivi a riempire un secchio con questi rizomi germogliati.
Se le piante continuano a crescere sarà meno semplice eliminarle con questa semplice tecnica manuale, allora dovremo intervenire zappando energicamente. L’importante è farlo prima che vadano in semenza, perché bisogna evitare al massimo che diffondano altri semi nel suolo.
Che cosa fare in inverno
Durante l’inverno un terreno che è stato infestato da sorghetta contiene molti rizomi interi o spezzettati. A temperature di -3°C i rizomi muoiono, di conseguenza una lavorazione del terreno profonda in autunno, che esponga in superficie i rizomi per tutto l’inverno è utile per devitalizzarli. Per sicurezza, durante i lavori di vangatura è consigliato comunque raccogliere tutte le porzioni di rizoma che vengono in superficie, alcuni dei quali sono particolarmente lunghi ed intricati. Una carriola può essere riempita in tempi molto brevi con questo materiale.
Se si prende in gestione un terreno con l’intenzione di coltivare un orto, è utilissimo ricevere delle informazioni sulla sua precedente gestione e sulle specie spontanee prevalenti che lo hanno popolato fino a quel momento e cercare di capire se c’era stata presenza di sorghetta. Con le dovute cure e un po’ di pazienza il terreno verrà gradualmente ripulito da questa erba infestante e il suo impatto sulla coltivazione andrà riducendosi di anno in anno.
Non conviene mettere subito la sorghetta eliminata in un cumulo di compostaggio insieme ad altri scarti, ma è più prudente raccoglierla in un mucchio a parte, esposto al caldo e alla luce solare in estate e al gelo in inverno, in modo che si devitalizzi tutto senza dubbio, e solo dopo compostarla insieme al resto