Come controllare le erbe spontanee nell’orto
Metodi e consigli per una gestione ecologica
Il controllo dell’erba spontanea è uno dei lavori più importanti nella gestione dell’orto e del verde in generale. Le tecniche sono molte, soprattutto quelle ecologiche che evitano totalmente l’uso di erbicidi, ma la parola d’ordine è una: tempestività.
Per faticare il minimo possibile è importante, infatti, intervenire il prima possibile e mantenere poi una certa costanza nel tempo. Vediamo come.
Perché le erbe spontanee sono infestanti
È facile intuire che il danno che l’erba spontanea provoca è soprattutto una sottrazione: di spazio, luce, aria, acqua ed elementi nutritivi. Considerando la crescita rapida di queste specie, di solito più rustiche e tenaci rispetto alle piante coltivate, e la loro elevata produzione di semi, appare evidente quanto sia importante non lasciarle crescere indisturbate.
Possiamo adottare tecniche che prevengono a monte la nascita dell’erba, e tecniche che le eliminano successivamente con attrezzi specifici.
La pacciamatura
La copertura degli spazi di terreno vuoti tra le piante e tra le file si chiama pacciamatura ed è una tecnica ampiamente utilizzata nelle aziende agricole mediante teli neri di materiale plastico o biodegradabile. Anche nell’orto possiamo praticarla, stendendo i teli sul terreno lavorato, livellato e sul quale possibilmente siano stati poggiati i tubi dell’irrigazione a goccia. Il trapianto avviene successivamente, creando fori sui teli. Di solito i teli biodegradabili sono ottimi, anche se talvolta alcune specie di infestanti hanno la capacità di bucarli con i loro steli affilati e pungenti. Per fortuna comunque questo inconveniente è raro.
Per un orto ad effetto naturale la pacciamatura più consigliata è a base di paglia di fieno o di erba appassita, tutti materiali che possono essere stesi dopo il trapianto delle piantine, o tra le file di ortaggi seminati direttamente in piena terra. Ci sono anche i materiali di riciclo come i sacchi di juta, come quelli che contengono le patate, o i cartoni.
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Se non si ama coprire il terreno con la pacciamatura, l’erba deve essere eliminata regolarmente mediante attrezzi efficaci. Il coltivatore a tre denti è uno dei migliori per questa funzione. Lo si usa muovendo il manico sul terreno, senza dover incurvare la schiena, e facendo in modo che l’organo gratti gli strati superficiali, estirpando l’erba e al contempo rompendo le eventuali croste superficiali o le crepe, ossigenando in questo modo il terreno con un effetto molto positivo. Solo che questo attrezzo può essere utilizzato solo se l’erba è appena germogliata, perché più avanti non sarà più facilmente in grado di estirparla.
Zappare: che fatica
Quando l’erba è cresciuta oltre un certo stadio, non resta che zappare. Sembra scontato, ma anche questo lavoro richiede una certa tecnica, affinabile col tempo per ridurre l’impegno fisico. Chi è alle primissime armi con la coltivazione dell’orto può incappare in errori come l’impugnatura troppo bassa del manico della zappa, o un piegamento eccessivo della schiena, o la sollevazione troppo in alto dell’attrezzo prima di ogni colpo nel terreno. Col tempo si può imparare a dare delle zappettate energiche ma piccole, senza creare buche nel terreno. Infine, è bene ricordare che si zappa andando avanti, contrariamente a quanto si fa con la vangatura che richiede di andare all’indietro.
Erbe particolarmente invasive
Ci sono specie vegetali particolarmente invasive, le quali hanno sviluppato meccanismi tenaci di sopravvivenza e di riproduzione. È il caso della gramigna, ad esempio, che sviluppa lunghi steli striscianti a livello della superficie del suolo. Il lavoro della zappa in questo caso è controproducente perché non fa altro che spezzettare questi steli, ciascuno dei quali può dare vita ad un nuovo individuo, pertanto, è meglio estirpare manualmente le intere piante che si smuovono durante la fase di vangatura. Altre specie caratterizzate da modalità di propagazione estremamente aggressive sono il convolvolo e la sorghetta, mentre il romice con la sua radice fittonante che va in profondità è difficile da estirpare.
La scerbatura manuale
La scerbatura manuale, ovvero la classica eliminazione dell’erba a mano, si rende necessaria per pulire in prossimità degli ortaggi, perché andandovi troppo a ridosso con la zappa si rischierebbe di colpirli. Capita per esempio che spunti erba proprio tra i buchi del telo da pacciamatura, insieme alla piantina dell’ortaggio, e in quel caso bisogna per forza intervenire manualmente. La scerbatura è importante anche per tenere pulite alcune specie a lenta germinazione, come prezzemolo o carote, che si riempiono velocemente di erba anche lungo la fila, perché sono poco competitive nelle loro prime fasi di crescita.
Cucinare le erbe spontanee
I terreni gestiti ad orto, e quindi costantemente lavorati e arricchiti di compost o letame, tendono col tempo a sviluppare erbe infestanti tipiche, amanti della sostanza organica e dei terreni non compatti. Tra queste figurano alcune specie commestibili come il farinaccio e l’amaranto in primavera, la portulaca in estate, e la borsa del pastore e il centonchio in inverno. Può essere molto interessante imparare a conoscerle e a cucinarle, per smettere di considerarle solo “erbacce”.