Le altiche delle crucifere
Prevenzione e difesa con i consigli dell'esperta
Le specie da orto che rientrano nella famiglia delle Crucifere o Brassicacee sono molte e comuni. Ne fanno parte infatti i cavoli di tutte le varietà: cavolfiore, broccolo, verza, cappuccio, cavolo nero, cavolo riccio, cavolo rapa, cavolo di Bruxelles e anche i tipi più insoliti, noti come “cavoli cinesi”, ovvero il Pet sai e il Pak choi, che si stanno progressivamente diffondendo anche nei nostri territori. La famiglia comprende però anche altre specie altrettanto diffuse, come la rucola, il ravanello, la rapa, la rapa da cima altrimenti detta cima di rapa, e anche il navone, il rafano, la senape bianca e rossa, nonché altre verdure da foglia più esotiche come la mizuna e la mibuna. Tutte queste specie hanno alcuni parassiti in comune, e in particolare l’altica, insetto chiamato anche comunemente come “pulce di terra”.
L’insetto
L’altica è un insetto appartenente all’ordine dei coleotteri e al genere Phyllotetra, di cui esistono specie diverse, che compiono una sola generazione all’anno, o al massimo due, comparendo in primavera dopo lo svernamento. L’adulto è molto piccolo, lungo 2-3 mm, e di colore nero lucente, e ha la tendenza a saltare molto rapidamente quando si sente minacciato.
I danni
Dalle uova che gli adulti depongono sulle piante, nascono larve che vivono a spese del parenchima fogliare, per poi lasciarsi cadere al suolo e proseguire con la propria muta. La conseguenza è che le foglie colpite risultano piene di erosioni tondeggianti. Il danno è la sottrazione di superficie fotosintetica, e molto spesso, dato che tendono ad attaccare soprattutto le piantine ancora giovani e piccole, compromette il buon sviluppo delle foglie stesse o delle altre parti della pianta. Piantine di cavolo appena trapiantate, se intaccate nel germoglio centrale, ovvero il cuore vegetativo, possono anche essere compromesse del tutto. A volte il danno risulta per lo più estetico, ma se la produzione è destinata alla vendita, si può incorrere in un grande deprezzamento.
Le specie maggiormente colpite
È molto facile notare le foglie di rucola e di ravanelli piene di molti fori di piccole dimensioni, ed osservando attentamente possiamo anche scorgere gli insetti, seppur minuti. Rucola e ravanelli sono tra le specie più colpite da questo parassita, ma anche rape e cime di rapa non vengono risparmiate. I ravanelli e le rape possono essere forati anche nelle radici da alcune specie di altica che vivono espressamente a spese di questi organi della pianta. Tra i cavoli, i più soggetti sono quelli orientali, il cavolo cinese e il cavolo sedano o Pak choi, ma anche gli altri non è raro che ne vengano danneggiati, e all’infestazione di altiche si aggiunge molto spesso anche quella di cimici rosse e nere. In realtà le altiche possono essere facilmente rinvenute anche su specie non appartenenti alle Brassicacee, come ad esempio le bietole, che appartengono alla famiglia delle Chenopodiacee. I sintomi sono molto simili e il danno è analogo.
Prevenzione
Uno dei migliori modi per prevenire gli attacchi di altica è la protezione meccanica delle colture, soprattutto quelle a taglia piccola, mediante una copertura con teli di tessuto non tessuto. Questi teli infatti, se ben fissati ai margini della superficie seminata, non permettono all’insetto di penetrare all’interno e consentono alle piantine di svolgere indenni le prime fasi del loro ciclo. Questa tecnica si abbina alla protezione dal freddo ed è particolarmente valida per semine molto anticipate a fine inverno e anche per quelle ritardate in autunno.
Inoltre, dato che le altiche prediligono la siccità, è buona cosa tenere irrigate bene le colture. Pare che anche la consociazione con le lattughe sia di aiuto ad allontanare il parassita.
Difesa biologica
Per trattare un’infestazione di altiche in corso coltivando comunque l’orto in modo ecologico, possiamo utilizzare il piretro naturale, ammesso anche nell’agricoltura biologica professionale e valido anche per coltivazioni private. È importante non confonderlo con i piretroidi di sintesi e orientarsi sul piretro ottenuto per vie naturali, ovvero dalla macinazione fiore del piretro. Questo insetticida ha comunque un certo potere abbattente, benché non tanto duraturo, ed è un prodotto biodegradabile e basso impatto ambientale. Purtroppo non è molto selettivo, e potrebbe uccidere anche gli insetti utili e innocui, per questo è importante utilizzarlo quando veramente necessario. I momenti migliori per la distribuzione sono le ore fresche della giornata, usando una buona pompa a zaino elettrica o a pressione, di cui esistono varie capacità. È importante disporre di un buon attrezzo di questo tipo, utile per questo e per molti diversi trattamenti.
Un altro ammesso in agricoltura biologica e alternativo al piretro è lo spinosad, ricavato da tossine generate da un microrganismo. Anche questo è un insetticida ad ampio spettro di azione e deve essere usato con le dovute cautele, pertanto si consiglia sempre di leggere attentamente l’etichetta del prodotto acquistato e seguire le indicazioni d’uso, sulle dosi e le diluizioni.