La ruggine delle liliacee
I consigli dell'esperta per la prevenzione e i trattamenti
Porro, cipolla, aglio, scalogno e anche asparago sono tutti ortaggi facenti parte della famiglia delle liliacee, nella quale rientrano anche l’erba cipollina e numerosi fiori da bulbo molto amati come i gigli e i narcisi. Nell’orto quasi tutti coltivano le liliacee, poiché sono utilizzate in cucina come base di molti condimenti, e per questo è bene non farle mai mancare, ma anzi averne da raccogliere per tutto l’anno.
In effetti la coltivazione delle liliacee è molto comune ed ha successo anche con metodo biologico, sistema che prevede concimazioni naturali e una cura a basso impatto ambientale dalle avversità. Tra le comuni malattie delle liliacee, descriviamo adesso la ruggine, che possiamo imparare a riconoscere, prevenire e a sconfiggere in modo ecologico.
La malattia e i sintomi
La ruggine è una patologia fungina, o crittogamica, data da funghi del genere Puccinia (Puccinia allii, Puccina porri, Puccinia asparagi ecc).
Le piante colpite dalla ruggine appaiono piene di pustole di colore giallo aranciato o bruno rugginoso, delle dimensioni di una capocchia di spillo, e attorniate da aloni. Il decorso di questa malattia è il disseccamento delle foglie, che inizia dalle foglie più vecchie e limita fortemente lo sviluppo dei bulbi, soprattutto nel caso dell’aglio. Nel caso dell’asparago, la malattia compare sulla parte aerea, soprattutto sul finire dell’estate, favorita dalla rugiada notturna. In estate la raccolta degli asparagi è ancora lontana, visto che avviene nella primavera successiva, ma per evitare di comprometterla, bisogna da subito eliminare tutte le parti colpite dal fungo ed evitare assolutamente di lasciarle a decomporsi sul posto.
Prevenzione
Come nel caso di ogni altra patologia vegetale, la prevenzione è fondamentale, e si articola soprattutto nelle seguenti norme:
- Rispetto delle rotazioni colturali. Questo significa che nell’orto non bisogna coltivare liliacee negli stessi spazi in cui vi erano già state seminate o trapiantate durante i due o tre cicli colturali precedenti, per evitare di favorire la moltiplicazione del fungo patogeno. Allo scopo è importante elaborare e aggiornare sempre un diario schematico dell’orto, sul quale indicare con costanza le colture che si introducono in ogni stagione. Può sembrare un compito gravoso in aggiunta a tutti i lavori che l’orto già richiede, ma invece è molto utile e fa risparmiare tempo e limitare i problemi successivamente.
- Eliminare quanto prima le parti di piante interessate dai sintomi della malattia e portare via dal terreno tutti i residui della coltura, per evitare che le forme svernanti del fungo vi restino e infettino le nuove piante nella primavera successiva. Possiamo bruciarli o anche compostarli, visto che nel compost le temperature si innalzano e questo ha l’effetto di devitalizzare molti patogeni.
- Gestire accuratamente le irrigazioni: bisogna bagnare solo il terreno, e quindi le radici, e mai la parte aerea delle piante. Per questo è meglio preferire l’impianto di irrigazione a goccia invece dei sistemi irrigui per aspersione.
Difesa
Ci sono vari prodotti, fai da te o acquistabili, con cui difendere le piante in modo ecologico. Conviene in ogni caso dotarsi di una buona pompa a zaino elettrica, che riduce al massimo la fatica nell’eseguire i trattamenti e ci permette di distribuire i prodotti il più uniformemente possibile su tutte le piante.
È inoltre sempre meglio scegliere le ore più fresche della giornata per eseguire i trattamenti, anche per evitare di ustionare le piante col sole.
Prodotti fai da te
Per rendere le piante più forti e farle resistere all’insorgenza di queste patologie, è utile spruzzare sulle colture dei macerati fitostimolanti, come quello di equiseto (Equisetum arvense), pianta che si chiama anche “coda cavallina” e che è ricca di silicio, minerale che stimola le difese naturali dei vegetali. Possiamo acquistare macerati già pronti all’uso o prepararli in autonomia, se riusciamo a trovare delle piante di equiseto lungo fossi e scarpate. In questo secondo caso dovremo filtrare molto bene il macerato prima dell’uso, per evitare di ostruire gli ugelli della pompa. Anche la propoli presenta ottime proprietà rinforzanti sui vegetali e vale la pena provarla nell’orto.
Prodotti ammessi in agricoltura biologica
I prodotti a base di rame svolgono una buona azione fungicida e sono ammessi nell’agricoltura biologica professionale, ma possiamo usarli anche in quella privata senza necessità di avere il patentino per l’acquisto. La ruggine è tra le malattie che si trattano con questi prodotti (la poltiglia bordolese, gli ossicloruri e altri ancora), ma è fondamentale leggere prima attentamente tutte le indicazioni riportate sull’etichetta della ditta produttrice. Vi saranno indicate infatti le dosi, e modalità di utilizzo, oltre alla precauzione di usare i DPI (Dispositivi per la Protezione individuale).