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Il secondo raggruppamento è costituito da microrganismi utili contro i parassiti e le malattie: tra questi vi sono batteri entomopatogeni con spettro insetticida come i Bacillus thuringensis disponibili in diverse sottospecie come la sub. Kurstaki, la sub. Aizawaii o la sub. Israliensis con specificità d’azione rispettivamente contro larve di lepidotteri (es. piralide del bosso, processionarie) o contro ditteri (es. larve di zanzare) o coleotteri ( es dorifora della patata); vi sono funghi con azione antagonista contro funghi fitopatogeni come ad esempio Trichoderma harzianum, Coniotyrium minitans che contrastano malattie come Armillaria, Sclerotinia. Sul mercato sono disponibili ceppi di virus entomopatogeni con azione selettiva e specifica contro carpocapsa e larve di nottue.

L’impiego dei microrganismi è iniziato a fine 800 con le intuizioni di Agostino Bassi che scoprì come un fungo, la Beauveria bassiana, provocasse il “mal calcino” e la morte dei bachi da seta, oggi la Beauveria insieme ad altri funghi entomopatogeni, come il Metarhizium anisopilae Lecanicillium muscarium, Paecilomyces fumosoroseus, si sono rivelati come interessanti bio-insetticidi dotati di specificità d’azione contro il parassita bersaglio e selettività nei confronti di altri insetti utili.
Il terzo gruppo comprende una sostanza prodotta dal microrganismo Saccharopolispora spinosa, lo “spinosad”, che è dotata di attività insetticida, essa agisce sul sistema nervoso degli insetti in maniera diversa da altri insetticidi senza presentare quindi rischi di resistenza incrociata con altre molecole aventi diversa modalità d’azione. Lo spinosad ha un ampio spettro d’azione e presenta tempi di sicurezza molto contenuti minimizzando il rischio di residui su prodotti destinati al consumo umano o animale.

La difesa biologica ammette l’utilizzo di feromoni, trappole, trappole attivate con insetticidi purché questi ultimi non vengano dispersi nell’ambiente e non contaminino la produzione. I feromoni permettono ad esempio di attirare gli insetti per diversi scopi: esistono in commercio trappole per monitoraggio per sorvegliare l’andamento di una popolazione e individuare periodi di volo e soglie, trappole per cattura massale es: catturare un gran numero di maschi per ridurre accoppiamenti; possono trovare impiego nella tecnica della confusione e del disorientamento sessuale per impedire incontro maschi e femmine e accoppiamenti. Le trappole cromotropiche sono costituite da pannelli appiccicosi e sfruttano l’azione attrattiva di alcuni colori su determinati insetti: il colore giallo è impiegato per attirare e catturare mosche bianche, tripetidi, cicaline, il colore blu richiama ed è impiegato per la lotta contro i tripidi. La tecnica attract and kill utilizza sostanze attrattive abbinate a superfici o ad esche trattate con insetticidi, gli insetti dopo essere stati richiamati si appoggiano e vengono abbattuti dal contatto o dall’ingestione della sostanza.

Il quinto gruppo comprende prodotti a base di fosfato ferrico utilizzato in formulazioni ed esche con azione contro lumache e limacce, questi prodotti granulari devono essere sparsi in vicinanza delle colture da proteggere, soprattutto in periodi umidi e piovosi. Il prodotto rimane attivo nel suolo per circa due settimane, ma dopo piogge molto abbondanti è consigliabile ripetere il trattamento. Ė preferibile effettuare il trattamento all’imbrunire, in quanto le limacce e le chiocciole si nutrono durante la notte. ll fosfato di ferro interferisce sul metabolismo del calcio, nell’intestino delle limacce e delle chiocciole, le quali di conseguenza smettono di nutrirsi. Il fosfato ferrico si degrada nel tempo in composti contenenti fosforo e ferro apportando macro e micro elementi utili per la nutrizione delle piante.

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La sesta sezione comprende sostanze di uso tradizionale in agricoltura biologica. Il rame è un composto inorganico con funzione fungicida e batteriostatica molto usato in frutticoltura e orticoltura, i vari prodotti si differenziano a seconda del principio attivo (ossicloruro, idrossido, poltiglia bordolese, ossido di rame) per prontezza d’azione o per persistenza. I composti del rame agiscono sulle crittogame per contatto fogliare come ione rame, per cui è necessario che una certa quantità di prodotto si trovi in soluzione nel liquido che bagna le colture da difendere. Gli ioni rameici svolgono la loro azione, principalmente, penetrando nella membrana semipermeabile e nella parete chitinosa dei funghi, in particolare delle loro spore e conidi. In tal modo l’azione tossica del rame si esplica soprattutto impedendo la germinazione di spore e conidi; quindi il suo meccanismo d’azione è più che altro preventivo. In agricoltura biologica sono ammessi al massimo 6 kg di rame per ettaro l’anno. Per le colture perenni, in deroga a quanto sopra, è ammesso, in un dato anno, superare il limite massimo di 6 kg di rame a condizione che la quantità media effettivamente applicata nell’arco dei 5 anni costituiti dall’anno considerato e dai quattro anni precedenti non superi i 6 kg. Nell’applicazione dei rameici devono essere adottate misure di mitigazione del rischio, come la creazione di fasce tampone, per proteggere gli organismi acquatici e non bersaglio.
Lo zolfo è un’altra sostanza ammessa con azione fungicida è un antioidico per eccellenza, agisce allo stato elementare come vapore sul micelio e sulle spore del patogeno. Lo zolfo penetra nella cellula fungina grazie alla sua liposolubilità ed è in grado di rompere la membrana cellulare e di determinare la fuoriuscita dell’acqua comportando la morte del fungo. I prodotti a base di zolfo possono avere spettro collaterale contro acari eriofidi e uova di parassiti, in forma pelletata lo zolfo viene utilizzato come correttivo del terreno per acidificare i suoli.

Altri composti ammessi sono l’idrossido di calcio usato per contrastare cancri rameali degli organi legnosi delle piante su cui viene spennellato anche con funzione di riflettere la luce e impedire scottature solari. Il bicarbonato di potassio può essere impiegato in soluzioni da distribuire sulle foglie, viene così modificato il pH del filloplano condizione che inibisce la germinazione delle spore fungine. In agricoltura biologica vengono impiegati insetti, acari, nematodi utili questi organismi vengono definiti ausiliari e sono capaci di competere e di limitare in maniera mirata e specifica le popolazioni di insetti e/o di acari parassiti target. Le cocciniglie vengono naturalmente controllate dal coleottero Cryptolemus montrouzieri che svolge un azione predatoria oppure dall’imenottero Leptomaxis dactylopi parassitoide depone le proprie uova dentro il corpo delle cocciniglie.

L’acaro fitoseide Amblyseius swirski è un predatore di tripidi e di forme giovanili di mosche bianche, i nematodi entomopatogeni del genere Steinernema sono impiegati nella lotta alle larve di oziorrinco, sciaridi, coleotteri, il nematode Phasmarabdytis hermafrodita parassitizza le limacce. Gli ausiliari sono prodotti da bio fabbriche e sono commercializzati e distribuiti con particolari accortezze volte a garantire e a conservare la vitalità degli organismi utili. La lotta biologica con gli ausiliari è finalizzata a ristabilire un equilibrio tra le popolazioni del predatore e del parassita al fine di contenere l’attività di questi ultimi entro soglie di danno accettabili.

Oltre ai sopra descritti mezzi tecnici che possono essere utilizzati in agricoltura biologica per contrastare le avversità, un cenno deve essere fatto ai “corroboranti”, ovvero rinvigorenti delle piante: si tratta di sostanze di origine naturale non utilizzate per scopi fitosanitari e fertilizzanti, in grado di potenziare la resistenza delle piante nei confronti dei danni provocati da differenti avversità. Il D.M. n.18354 del 27 novembre 2009 stabilisce la possibilità di utilizzare una serie di prodotti specificati nell’allegato 1 del succitato decreto, agenti come corroboranti, biostimolanti o potenziatori della resistenza delle piante purché non venduti con nomi di fantasia. I corroboranti , sempre non venduti in miscela tra essi, non sono soggetti ad autorizzazione per l’immissione al commercio, ma possono essere immessi sul mercato a condizione che il loro uso non provochi effetti nocivi sulla salute umana e animale, né sull’ambiente, siano iscritti in una lista di corroboranti redatta e aggiornata periodicamente dal MiPAAF, siano riportate in etichetta indicazioni sulla composizione quali-quantitativa, le modalità e le precauzioni d’uso, la facile identificazione del responsabile legale dell’immissione in commercio, lo stabilimento di produzione e confezionamento e la destinazione d’uso, che non deve comunque essere riconducibile in alcun caso alla definizione di prodotto fitosanitario. I prodotti attualmente riconosciuti come corroboranti utilizzabili in agricoltura biologica, convenzionale e biodinamica sono i seguenti:

  • Propolis: è il prodotto costituito dalla raccolta, elaborazione e modificazione, da parte delle api di sostanze prodotte dalle piante. Può avere un effetto batteriostatico per i composti fenolici contenuti
  • Polvere di pietra o di roccia: prodotto ottenuto tal quale dalla macinazione meccanica di vari tipi di rocce, la cui composizione originaria deve essere specificata, ha un’azione repellente e di disturbo verso gli insetti interferendo con gli apparati boccali e la capacità di nutrirsi
  • Gel di Silice: prodotto ottenuto dal trattamento di silicati amorfi, sabbia di quarzo, terre di diatomee e similari. – Preparati biodinamici: Preparazioni previste dal regolamento CEE n. 834/07, art. 12 lettera c
  • Oli vegetali alimentari: prodotti derivanti da estrazione meccanica e trattati esclusivamente con procedimenti fisici: arachide, cartamo, cotone, girasole, lino, mais, olivo, palma di cocco, senape, sesamo, soia, vinacciolo. Gli oli agiscono sull’esoscheletro degli insetti a corpo molle impedendo la respirazione – Lecitina. Il prodotto commerciale per uso agricolo deve presentare un contenuto in fosfolipidi totali non inferiori al 95% ed in fosfatidilcolina non inferiore al 15%, ha un’azione biostimolante
  • Aceto di vino e frutta: viene utilizzato come attrattivo per trappole verso alcuni ditteri tefritidi
  • Sapone molle e/o di marsiglia: ha un’azione sugli insetti ad esoscheletro molle può venir utilizzato come detergente di fumaggini o melate presenti sulle foglie
  • Calce viva: è utilizzabile unicamente tal quale da spennellare su tronchi e rami con azione collaterale fungicida

L’utilizzo dei mezzi tecnici ammessi in biologico per la difesa presuppone la conoscenza dei cicli biologici delle colture e degli agenti patogeni. Le colture devono essere monitorate e deve essere scelto il momento più opportuno per intervenire. L’impiego preventivo è sempre consigliato prima dell’insorgere di elevati livelli di infestazione o infezione. Tra gli obiettivi dell’agricoltura biologica è quello di ristabilire un equilibrio tra gli organismi utili e antagonisti e gli agenti di avversità biotiche, l’equilibrio tra la pianta coltivata e l’ambiente che permetta di avere produzioni accettabili da un punto di vista quantitativo e qualitativo. L’agricoltura biologica vuole essere un metodo di coltivazione sostenibile, razionale, non inquinante, a basso input di fattori di produzione e a bassa richiesta di energetico, gli obbiettivi che si pone l’approccio biologico sono quelli di favorire la biodiversità la conservazione della fertilità dei suoli e al tempo stesso la produttività e la redditività delle colture.

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Foto: Controllo trappola di monitoraggio

Fondazione Minoprio

La Fondazione Minoprio è essenzialmente un Centro di Formazione e un Centro di Servizi per il Lavoro che gestisce un parco storico, agricolo e naturalistico, a 25 km da Milano e 10 da Como, di proprietà della Regione Lombardia.

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