Difendere i peperoni dalla piralide
Prevenzione e trattamenti con i consigli dell'esperta
Ostrinia nubilalis: è la piralide del mais, ma non parassitizza soltanto questa coltura. Si tratta di un lepidottero molto polifago, che compie due generazioni all’anno svernando come larva nel terreno, sui residui colturali. Gli adulti della prima generazione sfarfallano da maggio a giugno, poi depongono le uova e quelli della seconda generazione compaiono tra luglio e settembre inoltrato. Anche se i danni maggiori sulla coltura del peperone avvengono dalla metà dell’estate, bisogna iniziare per tempo a monitorare le piante, al fine di scorgere i primi segnali della presenza dell’insetto.
Il danno e i sintomi
Le larve della piralide penetrano nel fusto, portando la pianta ad un certo deperimento o addirittura all’avvizzimento, o anche direttamente nel frutto, dalla zona del peduncolo. Scavano gallerie erodendo la polpa e ne favoriscono il marciume, dovuto all’instaurarsi di funghi come la botrite o di batteri, che portano il frutto a disfacimento accompagnato da cattivo odore. Nelle infestazioni gravi, i danni possono riguardare la maggioranza dei frutti, con notevole perdita di produzione.
Prevenzione
Gli orti situati nelle vicinanze di campi di mais sono quelle più esposte, per le quali il monitoraggio e la difesa sono particolarmente importanti. Nel caso in cui la coltivazione del mais sia nostra, è bene trinciare tutti i residui colturali dopo la raccolta, perché come abbiamo visto, sono i siti preferenziali dello svernamento dell’insetto, e quindi della sua diffusione ulteriore. Allo stesso modo è opportuno eliminare dall’orto le piante di peperone vecchie, non lasciarle a decomporsi direttamente nell’orto, ma destinarle al compostaggio, visto che nel cumulo si formano alte temperature che devitalizzano parte delle forme svernanti di insetti o di funghi patogeni.
Le rotazioni, anche nell’orto familiare o personale, rivestono un ruolo molto importante nella prevenzione. La piralide colpisce anche il fagiolino, penetrando direttamente nei baccelli, quindi è importante, nelle zone dove si sono verificati grandi attacchi, evitare di alternare le due specie in modo stretto. Un altro ortaggio colpito spesso è la melanzana, appartenente alla famiglia delle solanacee come il peperone.
Per colture di peperone in serra è molto utile allestire delle reti antinsetto, tali da impedire agli adulti di raggiungere i frutti e ovideporre, ma queste reti devono essere a maglie abbastanza larghe, tali da non ridurre la ventilazione tra le piante, che altrimenti sono più soggette a malattie crittogamiche. Almeno nelle coltivazioni professionali, è importante inoltre mettere delle trappole a feromoni, utili per il monitoraggio dell’insetto e quindi per suggerire il momento di inizio dei primi trattamenti.
Trattamenti eco-compatibili
Le piante del peperone possono essere difese con prodotti eco-compatibili, ammessi in agricoltura biologica. Questi prodotti sono biodegradabili rapidamente nell’ambiente, non lasciano residui inquinanti e, a parte alcune eccezioni, sono selettivi e non danneggiano gli organismi utili. Gli agricoltori biologici professionisti ricorrono a questi prodotti per la difesa fitosanitaria, i quali sono tutti elencati nell’allegato II del Reg 889/08, uno dei due capisaldi della normativa del biologico in tutta la UE. Anche per le coltivazioni private è utile fare riferimento a questi insetticidi eco-compatibili, come ad esempio l’Azadiractina (olio di neem), estratto dai semi di un albero tropicale, lo Spinosad, insetticida formulato con le tossine emesse da un microrganismo, e il Bacillus thuringiensis, altro prodotto di origine microbiologica che ha un effetto larvicida sui lepidotteri dannosi.
I prodotti menzionati funzionano con trattamenti piuttosto regolari effettuati durante l’estate e soprattutto nei periodi di maggiore dannosità del fitofago. La regolarità dei trattamenti è importante anche perché, essendo queste sostanze di origine naturale, sono poco persistenti, la loro efficacia è di breve durata. Indicativamente si consiglia di trattare ogni due settimane, o anche ogni 10 giorni nei momenti di massimo attacco, leggendo prima le etichette dei prodotti e rispettando scrupolosamente le dosi, le modalità di uso e le diluizioni suggerite dalla casa produttrice. Per quanto riguarda l’attrezzatura idonea per l’esecuzione dei trattamenti, una buona pompa a zaino elettrica riduce la fatica al minimo e massimizza l’efficacia del trattamento, quindi è sicuramente un acquisto utile per l’orto, per il frutteto e per le specie ornamentali.
Altri parassiti del peperone
Gli insetticidi ecologici citati sopra hanno effetto anche nei confronti di altri parassiti temibili per i peperoni. Ad esempio, il Bacillus thuringiensis è efficacie anche verso la nottua gialla del pomodoro, altro lepidottero nocivo per pomodori e peperoni; Azadiractina e Spinosad funzionano bene anche contro i tripidi, piccoli insetti che pungono foglie, steli e frutti e causano rugginosità e deformazioni del lembo fogliare, necrosi dei frutticini e che sono potenziali vettori di virus responsabili di malattie vegetali incurabili. Contro gli afidi, oltre all’Azadiractina è possibile usare il classico sapone di Marsiglia o il sapone molle di potassio, entrambi da irrorare diluiti mediante la pompa a zaino o a spalla.