Mani nella terra: i lavori da non perdere nell’orto a gennaio
Che cosa fare nell’orto in attesa della primavera
Con l’inizio di un nuovo anno nascono sempre idee e progetti, spesso anche su molteplici fronti, dal professionale al personale e legati anche alla sfera degli hobby e dei passatempi virtuosi, come la coltivazione dell’orto.
A gennaio si deve ancora attendere per la maggior parte delle attività all’aperto: l’orto è fermo e le piante da frutto sono in riposo vegetativo. Ma è molto utile sfruttare questo periodo per iniziare a programmare i lavori e a progettare gli spazi sulla base delle riflessioni, delle idee, degli obiettivi e, perché no, anche degli errori e degli imprevisti occorsi nell’ultimo anno.
Quindi, tra i buoni propositi per l’anno nuovo può certamente trovare spazio l’idea di avviare il proprio orto in maniera ancora più soddisfacente! Pertanto, auguri per il nuovo anno a tutti quanti e scopriamo i lavori da fare nell’orto a gennaio!
Progettare gli spazi per tutto l’anno
Progettare l’orto significa stabilire in ogni periodo dell’anno quali colture occuperanno gli spazi a disposizione e come farle succedere tra loro nel tempo. La progettazione è un passo molto utile perché le coltivazioni risultino davvero efficaci e basate sulle esigenze di consumo familiare e personale. Vediamo quindi con quali criteri impostare correttamente una progettazione dell’orto.
Nel progettare l’orto per tutto l’anno bisogna partire da alcune informazioni oggettive e basilari, sugli ortaggi, la loro stagionalità e il loro ciclo.
- Il calendario di semina, trapianto e raccolto delle diverse specie: è fondamentale per programmare le coltivazioni in modo corretto. Per fortuna non siete obbligati a sapere tutto fin dall’inizio! Sono disponibili tanti testi e tabelle che supportano il coltivatore alle prime armi su quando seminare e trapiantare le colture, in base al luogo in cui ci si trova e la latitudine. Man mano che si fa esperienza si tende a memorizzare queste conoscenze e tutto si fa più semplice.
- La lunghezza del ciclo colturale delle varie specie: questa informazione ci diventa utile nell’impostare le successioni. Ci sono colture come le lattughe che occupano il terreno per soli due mesi, altre come melanzane e peperoni che ne richiedono 6.
- La superficie massima disponibile del proprio orto in metri quadrati, che si può rilevare prendendo le lunghezze dei lati tramite una semplice cordella metrica.
A questi punti fermi dovremo poi aggiungere anche delle valutazioni personali, e quindi più soggettive, ma non meno importanti.
- Il tempo che avremo a disposizione: la dimensione e la complessità di un orto dovrebbero essere commisurati al tempo che si prevede di dedicare a questa meravigliosa attività. Può esser frustrante avviare le coltivazioni presi da un grande entusiasmo iniziale e poi rendersi conto di non avere più tempo per prendersene cura. Se si ha una vita molto impegnativa, è saggio impostare un orto di dimensioni contenute, dando la priorità a quello che veramente piace di più. Anche la frequenza con cui si accede all’orto è importante. Ad esempio, se non lo si potrà frequentare ogni giorno anche solo per pochi minuti, conviene coltivare poche zucchine e poche fragole, dato che quando questi ortaggi entrano in produzione richiedono una raccolta quotidiana.
- Come suddividere gli spazi: questa è una scelta importante soprattutto per chi comincia, ma anche chi coltiva già da tempo potrebbe valutare di ridistribuire gli spazi di coltivazione. Risulta molto vantaggiosa una divisione netta tra le aiuole di coltivazione e i vialetti di camminamento. Le prime aiuole non verranno mai calpestate, così che la terra resti sempre soffice. In linea generale è preferibile impostare le aiuole nella direzione Nord-Sud per una migliore intercettazione della luce solare.
- Una lista degli ortaggi preferiti e di quelli eventualmente da sperimentare. Soprattutto se si ha poco spazio o poco tempo, conviene dare la priorità a ciò che maggiormente si desidera coltivare con le proprie mani. Tra i più curiosi desiderano anche introdurre ortaggi meno comuni, da provare e gustare, come il cavolo rapa o la mizuna.
- Valutazioni sulle aree di servizio: il luogo in cui si tengono gli attrezzi, il cumulo del compost, il semenzaio delle piantine dovrebbero essere stabiliti in modo da rendere comodi gli spostamenti quando si lavora.
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Una volta stabilite le misure e le colture che si intende coltivare durante tutto l’anno, prendiamo un foglio quadrettato, le squadre e le matite. Infine disegniamo un’ipotetica mappa dell’orto a gennaio con le relative suddivisioni e numerazioni delle aiuole. Riportiamo sulla mappa i 4 punti cardinali e le misure di aiuole e vialetti. Conviene fare tante copie dell’elaborato cartaceo vuoto, così che quando si cambiano colture durante il succedersi delle stagioni, si possa trascrivere lo stato aggiornato dell’orto. Ciò aiuterà moltissimo nel definire le rotazioni di anno in anno.
In base alla larghezza e alla lunghezza di ogni aiuola stabiliremo il numero di piantine che potremo piantare per ogni specie.
Ecco un piccolo esempio. Sapendo che le piantine di pomodoro si piantano a distanze di 50 cm, su un’aiuola lunga 3 metri e larga 90 cm, potrò coltivare due file di pomodori mettendo 6 piantine a fila, per un totale di 12 piantine.
Come fare l'inventario delle sementi
Un altro utile inventario di inizio anno, da fare nell’orto a gennaio è quello delle bustine di semi avanzate, sia di quelle ancora sigillate sia di quelle aperte ma conservate accuratamente. Sulle confezioni dei semi sono riportate sia la campagna di raccolta della semenza sia la loro scadenza prevista, oltre la quale la germinabilità non è più garantita. A questo proposito è importante sapere che i semi delle diverse specie di ortaggio hanno tempi diversi di conservazione. Si va dai 5 anni per i semi di pomodoro, zucca e cavoli vari, ai 3 anni per sedano e spinaci, fino ad un solo anno per i semi delle cipolle. Questa informazione ci permette di sapere se i semi avanzati potranno essere ancora utilizzati o meno, e definire quanti comprarne per l’anno che inizia. Avremo tempo per gli acquisti anche strada facendo! Per chi desidera introdurre semi particolari, magari biologici o da aziende specifiche o di varietà rare può esser utile creare una lista e fin ad ora inziare ad ordinarli.
Preparare il terreno
Durante il mese di gennaio è possibile preparare il terreno solo se si trova in condizioni di tempera, ovvero non bagnato né troppo secco, e se non è gelato. In genere questi requisiti non sono presenti in molte aree d’Italia, caratterizzate da inverni freddi o molto umidi, e di solito bisogna quindi aspettare almeno un altro mese per la preparazione del terreno. Tuttavia, in alcune condizioni particolari e al sud i terreni possono essere già lavorati per le future semine e trapianti.
La concimazione può essere rimandata a marzo. Però durante questo mese è utile valutare se si vuole scegliere qualche prodotto più innovativo oltre al solito stallatico. Per esempio, si può provare l’humus di lombrico oppure concimi organici arricchiti con micorrize, i funghi benefici che stimolano lo sviluppo radicale e preservano le piante da alcuni patogeni.
Semine e raccolti
Gennaio è ancora un periodo di raccolta negli orti ben gestiti. Cavolo nero, cavolo riccio, verze, cavolini di Bruxelles, rape, porri, endivie e radicchi sono i prodotti più resistenti al freddo, che si raccolgono anche nel pieno dell’inverno. Per il cavolo nero e il cavolo riccio bisogna ricordarsi di staccare le foglie basse del pennacchio, rispettandone l’apice, perché in questo modo le piante continueranno a produrre nuove foglie fino alla primavera, quando, come la natura vuole, andranno in fioritura. Delle rape a volte vedrete che le foglie gelano, ma la parte importante di questo ortaggio è la radice, che per fortuna rimane indenne alle brinate moderate. Quanto ai radicchi rossi, capita di notare che le foglie esterne col freddo e l’umidità assumono un aspetto sciupato ed anneriscono. Ma niente paura, basta sfogliarle un po’ e vedrete che l’interno del cespo è ancora integro.
Tipologie di semine
- Semine in letto caldo: per quanto riguarda le semine, verso la fine di gennaio è possibile realizzare le prime semine nel letto caldo. Il letto caldo è una sorta di cassone seminterrato particolare, costruito di generalmente con assi di legno che costituiscono l’intelaiatura, e materiale trasparente come plexiglas. L’aspetto che lo rende particolare è il riempimento di tutto il fondo con letame fresco. Quest’ultimo fermentando sprigiona calore allo strato di terriccio che mettiamo sopra di esso. Questo ci permette di avere così un ambiente riscaldato da una fonte del tutto naturale, l’ideale per la crescita delle prime insalatine. Trattandosi di superfici molto piccole (le dimensioni dei cassoni in genere variano da uno a pochi metri quadrati) sono dunque consigliate le semine a spaglio. Per questo tipo di semina basta distribuire i semi sul terriccio ben livellato e bagnato e poi ricoprirli con uno strato molto sottile.
- Semine all’aperto: gennaio è ancora presto nella maggior parte dei territori italiani e dovremo attendere il mese prossimo. Al sud invece potremo seminare fave, piselli, aglio e cipolle, se non già seminati nei mesi autunnali.
- Semina di piantine in semenzaio: la semina delle piantine può iniziare verso la fine di gennaio, quando le ore di luce solare sono in aumento. Seminare le proprie piantine da trapiantare nell’orto è certamente una scelta molto utile che ci consentirà di risparmiare. Ma soprattutto ci donerà la soddisfazione di realizzare cicli completi dal seme al piatto. In questo mese in semenzaio possono essere seminati porri, cipolle, cavoli primaverili, lattughe. Invece per bietole, pomodori, zucchine e tanti altri ortaggi a raccolto estivo è consigliato aspettare ancora un po’.
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