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Quale pianta di cavoli scegliere

Tra i cavoli che occupano più spazio citiamo sicuramente broccoli e cavolfiori, che richiedono distanze di circa 70 cm le une dalle altre. Ne troviamo molte varietà, come il broccolo ramoso calabrese, il romanesco, il cavolfiore violetto, quello verde di Macerata e anche del classico cavolfiore bianco esistono tanti sotto tipi. Si possono trovare anche cavolfiori arancioni e rosa, per un orto molto colorato e allegro. Lo stesso spazio va tenuto tra le piantine dei cavolini di Bruxelles. Poi ci sono le verze, disponibili nelle varietà autunnali e invernali, queste ultime a raccolta tardiva, e i cavoli cappuccio verdi e viola. Per tutti questi bastano 50 cm di spazio tra una piantina e l’altra.

Meno ingombranti sono il cavolo nero di Toscana, il cavolo riccio o Kale, i cavoli cinesi e il cavolo rapa, dei quali si mangia praticamente tutto con pochissimo scarto. Queste piante hanno dimensioni più contenute delle precedenti e si accontentano di 30-35 cm di spazio. Risultano quindi molto adatte agli orti piccoli in cui si deve massimizzare il rendimento.

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La scelta delle piantine

Le piante di cavoli che si acquistano devono essere scelte con attenzione. Non dovrebbero essere già troppo cresciute. Infatti, se hanno oltre i 40 giorni di vita, e sono strette in alveoli di piccole dimensioni, iniziano a soffrire per troppa poca terra. Questo stress può farle poi andare incontro al fenomeno della prefioritura, ovvero la salita a seme anticipata. Un altro dettaglio da osservare è il cuore vegetativo, ovvero il piccolo germoglio centrale della piantina, che deve essere intatto e non mangiato da insetti, perché da questo dipende la crescita futura.

Come preparare il terreno per i cavoli

I cavoli sono ortaggi molto esigenti per quanto riguarda il terreno, che vogliono fertile. Di solito le concimazioni di fondo erano state somministrate alle precedenti colture, e prima del trapianto dei cavoli basta aggiungere qualche manciata di stallatico in pellets come reintegro. Per quanto riguarda le lavorazioni, non occorre vangare ancora un terreno che aveva appena ospitato altre piante. Di solito basta una zappettata dopo aver eliminato i residui delle colture precedenti, le cui radici hanno contribuito a rendere soffice la terra. Dopo aver zappettato, è utile pareggiare la superficie del terreno col rastrello.

Fare spazio

Se non si ha sufficiente spazio per i cavoli, bisogna fare delle scelte per ricavarlo. Ad esempio, è possibile valutare se le piante di zucchine presenti sono ancora produttive o stanno terminando il loro ciclo e magari sono colpite dall’oidio. In questo caso può valere la pena sacrificarle, anche se con un pochino di anticipo, e lasciare lo spazio per i cavoli.

Realizzare il trapianto

Per trapiantare le piantine ci dobbiamo procurare un piccolo attrezzo come un cavicchio, una palettina o anche una zappetta, a seconda di come siamo comodi, e usarlo per scavare le buchette alle distanze adeguate a seconda del tipo di cavolo. In ogni buchetta si inserisce una piantina ben diritta, tenendola poi ferma con una mano per ricoprire di terra con l’altra, fino al colletto, ovvero il punto di passaggio tra fusto e radici o appena oltre. Quando si estraggono le piantine dall’alveolo, è possibile notare una massa fitta ed intricata di radici, e in questo caso è utile spuntarle, per stimolare il loro attecchimento in piena terra.

Irrigazioni successive

Subito dopo il trapianto bisogna irrigare le piantine. Se si usa l’annaffiatoio, bisogna essere molto delicati e avvicinarlo bene alla pianta per distribuire l’acqua, evitandole un getto dall’alto. Si bagna sempre e solo il terreno in prossimità del colletto e non le foglie. Ciò permette di non provocare ustioni alle piante col sole e anche l’insorgenza di malattie crittogamiche. Le irrigazioni dovranno essere regolari per tutta l’estate, poi da settembre saranno diradate e infine sospese.

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cavoli foto pianta

Dott.ssa Agr. Sara Petrucci

Sara Petrucci è Dottore Agronomo e da anni si occupa di agricoltura biologica come scelta professionale ed etica. Ha tenuto molti di corsi di orto per privati, ha collaborato a progetti sociali legati all’orticoltura e scrive articoli. Offre consulenze ad aziende agricole biologiche.