Propagare i semi del proprio orto
Vantaggi e consigli per prelevare i semi da alcuni ortaggi
Una delle pratiche dell’orto che dà maggiore soddisfazione è quella della autoriproduzione delle sementi, perché tra i vari aspetti che la caratterizzano, c’è quello del suo profondo significato ecologico e di libertà. Sono molte le persone che amano propagare i propri ortaggi e i fiori annuali e gli eventi di “scambio semi” tra coltivatori hobbisti si moltiplicano ovunque, diventando appuntamenti ricorrenti.
I vantaggi che il lavoro di riproduzione dei semi offre sono di impatto notevole e possono essere così riassunti:
- Adattamento delle piante: con l’autoproduzione dei semi vengono propagate le piante migliori, più rustiche e sane, e quindi quelle che si sono adattate in modo migliore alle condizioni specifiche del nostro ambiente;
- Possibilità di propagare varietà particolari, spesso introvabili nei centri di giardinaggio classici;
- Risparmio sull’acquisto di sementi e piantine;
Riprodurre i semi è però un lavoro non banale, che richiede una conoscenza di base della fisiologia delle diverse specie e anche una certa accortezza nell’esecuzione. Bisogna infatti ottenere semi sani, premessa indispensabile alla salubrità, almeno iniziale, delle piante che questi genereranno, e bisogna anche fare in modo che i semi siano dotati di una buona capacità germinativa, aspetto che dipende in buona parte da come vengono conservati fino al momento della semina.
Vediamo quindi alcune piante da cui possiamo recuperare i semi sul finire dell’estate e in che modo.
Peperone e peperoncino
I peperoni devono essere ben maturi per la raccolta del seme, e bisogna preferire una pianta bella e sana. Il frutto scelto viene aperto e i semi vengono semplicemente prelevati.
I peperoncini maturano pienamente con maggiore facilità rispetto a quelli dolci, quindi possiamo attendere che dissecchino, dopo la raccolta, per estrarre i semi.
Melone e anguria
I frutti di entrambe le specie sono ricchissimi di semi, quindi conviene provare a prelevarli e tenerli per l’anno prossimo. Allo scopo bisogna scegliere frutti da piante molto sane e vigorose, e lasciare che un frutto, meglio se quello vicino alla base della pianta, maturi appena oltre il normale momento della raccolta, sia cioè leggermente sovramaturo. Si tolgono quindi i semi, si mettono a fermentare per oltre 24 ore in acqua, finché i semi si depositano sul fondo e si puliscono bene dai residui della polpa. Poi devono essere messi ad asciugare al sole e infine chiusi in barattoli per la conservazione.
Zucca e zucchina
Con queste due specie vi sono maggiori probabilità di incroci intervarietali, dovuti all’azione di impollinazione delle api. Se nell’orto sono presenti più varietà di zucche, è facile che si incrocino e che tenendo il seme venga fuori una zucca diversa. Comunque possiamo provare, sarà sicuramente interessante vedere che cosa succede. Le zucche si raccolgono comunque ben mature, mentre per le zucchine dobbiamo far crescere un frutto da una pianta sana, possibilmente delle più giovani e non di quelle trapiantate da vari mesi, e lasciarlo crescere. Diventerà gigantesco, differenziando i semi all’interno della polpa. Anche con queste due specie si procede come per melone ed anguria.
Pomodoro
I semi di un frutto maturo, scelto da una pianta bella e esente da malattie, vengono estratti dalla polpa, messi a fermentare in una bacinella con l’acqua, e poi sciacquati e tenuti ad asciugare per la conservazione.
Aglio
Dell’aglio possiamo conservare alcuni spicchi, prelevati dalle piante migliori. Per la moltiplicazione si scelgono gli spicchi più esterni della testa, che sono i più grossi. Devono essere conservati per i prossimi due o tre mesi in un luogo asciutto, e utilizzati per la semina autunnale che spesso dà risultati migliori rispetto a quella di fine inverno.
Rucola
Molta rucola in primavera ed estate va in semenza. Dai fiori bianchi si generano poi delle piccole silique, ovvero dei minuscoli baccelli, che contengono al loro interno i semi.
Fagiolo
Se le piante di fagiolo sono molto sane è possibile tenere alcuni semi per la moltiplicazione autonoma. L’importante è scegliere le piante migliori, quelle prive di sintomi di qualsiasi patologia, e se i fagioli sono rampicanti conviene scegliere i baccelli cresciuti più in basso per tenere i semi, che al momento della raccolta devono essere ben maturi. Poi l’essiccazione deve completare all’aria, per garantire una buona conservazione. Per le varietà di fagiolo solitamente usate come fagiolini mangiatutto, bisogna semplicemente attendere che i baccelli abbiano differenziato i semi al loro interno.
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La sua riproduzione è molto semplice: basta attendere che i fiori secchino, li possiamo quindi recidere ed aprire. I semi sono dei sottilissimi bastoncini lunghi, di colore chiaro per metà chiari e scuro per l’altra metà. Da ciascuno potrà nascere una piantina di tagete. Basta tenerli a seccare stesi su un panno qualche giorno all’aria e poi chiuderli in un barattolo.
Patata
Con la raccolta dei tuberi a maturazione piena, possiamo tenerne alcuni come “tubero-seme”. Scegliamo quelli più piccoli e sani, controllando che il residuo dello stolone, ovvero lo stelo che attaccava il tubero alla pianta, sia ben saldo. Se questo si stacca al tocco, può esserci un inizio di marcescenza in quel punto. I tuberi seme poi verranno sempre controllati durante l’inverno, in modo da scartare quelli che degenerano e marciscono, anche per evitare che facciano marcire quelli ancora buoni.
Ricapitolando, tenere i semi del proprio orto è un gesto importante e di libertà, ma è fondamentale assicurarsi di propagare solo materiale sano, premessa indispensabile per non propagare malattie, soprattutto quelle pericolose di tipo virale.