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Irrigare

Sicuramente in questo periodo dell’anno una delle operazioni più importanti è proprio l’annaffiatura, che deve essere adeguata. La cosa migliore è poter distribuire l’acqua nelle ore serali, in modo che la pianta ne abbia a sufficienza all’alba del giorno successivo, quando attiverà tutte le sue funzioni. Ciò permetterà una migliore gestione delle risorse idriche da parte delle coltivazioni ed eviterà eventuali shock termici inappropriati a cui le piante sarebbero soggette se irrigate in pieno giorno.

Inoltre, durante le ore diurne, in molte zone possono esserci restrizioni comunali all’utilizzo dell’acqua. Se si usa acqua di acquedotto, sarebbe bene farla prima decantare in un bidone, in questo modo perderà la frazione di cloro presente, elemento chimico dannoso per il terreno. Mentre nel contempo raggiungerà una temperatura più vicina a quella ambientale. Per una questione di risparmio idrico, localizzare l’irrigazione al piede della pianta, evitando sprechi e crescite eccessive di infestanti, il miglior metodo di irrigazione risulta essere tramite un set di micro-irrigazione, con tubi e gocciolatoi. L’acqua si distribuisce lentamente, ma con costanza ed efficacia maggiore. Ha il tempo di riscaldarsi se proviene dal sottosuolo e non va a bagnare la parte superiore delle piante, cosa che favorirebbe la proliferazione di malattie fungine, specialmente in piante quali pomodori e melanzane. È altamente sconsigliata qualsiasi forma di irrigazione a pioggia.

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Gestire le infestanti con la sarchiatura

Laddove non si è provveduto a stendere un telo di pacciamatura, biodegradabile o di carta per evitare di produrre rifiuti non compostabili, anche a luglio si deve affrontare il controllo delle cosiddette erbacce. Le piante selvatiche che, crescendo vicino alle nostre piante orticole, entrerebbero in competizione con loro per quanto riguarda il cibo e l’acqua necessari alla crescita e allo sviluppo. Nelle aiuole nuove, dopo appena una settimana dalla semina in solco o trapianto degli ortaggi, è utile sarchiare l’interfila, anche se non si evidenziano molte plantule di infestanti. L’operazione in questa fase richiede poco sforzo fisico e poco tempo, ma si rivela di grande efficacia, e va ripetuta dopo 10 giorni, per poi apporre un adeguato strato di pacciamatura organica. Preferibile, se possibile, la paglia (5-8 cm) che inibirà attraverso l’esclusione di buona parte dei raggi solari, la germinazione dei semi ancora non germogliati.

Per questa operazione è opportuno utilizzare zappe sarchiatrici leggere e progettate proprio per questo tipo di lavoro. Se nelle aiuole dove le piante sono ormai grandi, è sfuggita alla nostra attenzione qualche infestante, se grande possiamo intervenire con classiche zappette dal manico lungo capace di tagliarne l’apparato radicale che può spesso raggiungere dimensioni notevoli. Queste operazioni di sarchiatura hanno inoltre il vantaggio di rompere l’eventuale crosta che si può formare in seguito ad un acquazzone, ossigenando il terreno e ripristinando la corretta circolazione dell’acqua. Da qui il detto orticolo: “una zappatura vale due innaffiature”. In questo mese possono essere necessarie zappature di rincalzature per ortaggi quali patata, fagioli e fagiolini, mais.

Mantenere in salute le piante

Agire preventivamente e tempestivamente, monitorando settimanalmente le nostre piante, alla ricerca dei primi sintomi di attacchi parassitari e fungini è il vero asso nella manica dell’orticoltore biologico. In questo periodo possono fare la loro comparsa malattie tipiche quali la peronospora del pomodoro, che ama temperature ed umidità relativa elevate. Anche le cimici giovani fanno la loro comparsa in questo periodo, è bene perciò avere a disposizione un piccolo arsenale di corroboranti e sostanze naturali insetticide e fungicide, da distribuire preventivamente e dai primi attacchi, con cadenza bisettimanale in caso di prevenzione e settimanale in caso di presenza del patogeno o del parassita.

Data la frequenza delle irrorazione di sostanze, che vanno ben distribuite soprattutto sulla superficie inferiore delle foglie, è molto importante avvalersi di pompe di buona qualità. Avvalendosi di quelle di nuova generazione, alimentate a batteria, per un lavoro meno affaticante, utilizzando quelle a carrello per non gravare sulla schiena in caso di superfici ampie da trattare. È sempre preferibile fare i trattamenti nelle ultime ore del pomeriggio, oppure, in alternativa, nelle prime ore della mattina, per evitare fenomeni di bruciatura fogliare o inefficacia del trattamento.

Seminare e trapiantare

Gli abbondanti raccolti non debbono trarci in inganno: è importante continuare a pianificare i raccolti autunnali, garantendoli attraverso nuove semine e nuovi trapianti. Specie nelle zone dove l’estate è breve, dalla seconda metà di luglio è già ora di trapiantare i cavoli invernali, i finocchi, i radicchi, cime di rapa, dandogli tempo di svilupparsi prima del freddo che arriva con l’accorciarsi delle giornate autunnali. Nelle zone dove invece l’estate si prolunga verso l’autunno, si può fare una seconda semina o trapianto di ortaggi a ciclo breve, come zucchine e fagiolini, ravanelli, bietole, lattughe, rucola, che poi potranno essere adeguatamente protetti per assicurarne una buona produzione con piccoli tunnel in autunno.

Manutenzione dei sostegni

Un altro lavoro importante nell’orto a luglio è assicurarsi che i sostegni messi a sostenere la crescita e la produzione delle piante rampicanti come fagioli, fagiolini, cetrioli e pomodori siano ben saldi ed eventualmente le strutture vanno rafforzate ed ampliate adeguandole alla crescita e all’effetto vela dato da folate di vento improvvise.

>> Altri consigli sui lavori da fare nell’orto a luglio: coltivazione dell’orto bio!

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Dott.ssa Agr. Sara Petrucci

Sara Petrucci è Dottore Agronomo e da anni si occupa di agricoltura biologica come scelta professionale ed etica. Ha tenuto molti di corsi di orto per privati, ha collaborato a progetti sociali legati all’orticoltura e scrive articoli. Offre consulenze ad aziende agricole biologiche.