La potatura delle piante difficilmente accessibili
Consigli e tecniche per la potatura
Spesso le piante sfuggono al controllo dell’uomo sia perché sono eccessivamente vigorose sia perché ne è stata trascurata la potatura e di conseguenza l’albero assume una forma più libera. Sono diverse le specie che richiedono interventi regolari di controllo della chioma: il ciliegio, il pero, il cachi, il susino e l’olivo.
L’importanza della potatura per le piante di grandi dimensioni
L’olivo è una pianta che può raggiungere delle dimensioni importanti. Spesso si possono trovare sul territorio esemplari di grosse dimensioni che difficilmente possono essere accessibili in quanto si impalcano a diversi metri di altezza oppure le branche principali si sono sviluppate in modo tale da non essere più accessibili. Queste tipologie di alberi richiedono notevole abilità ed esperienza dell’operatore per poter eseguire le pratiche più comuni come la potatura, i trattamenti fitosanitari e la raccolta.
La gestione tradizionale dell’olivo e i suoi limiti
In passato, gli olivi venivano coltivati in aree rurali e impalcati a un’altezza superiore a un metro e mezzo per facilitare lo sfalcio dell’erba, utilizzata poi come foraggio per i bovini durante l’inverno. La produzione di olive e olio, però, era di qualità molto scadente e destinata principalmente all’uso come combustibile per le lampade ad olio. La potatura delle piante non era una priorità, poiché l’interesse principale era la gestione dell’erba, e si credeva erroneamente che piante più grandi producessero maggiori quantità di olive. Questo portava ad alternanze di produzione e frutti di bassa qualità. Con il boom economico e l’industrializzazione, molti olivicoltori abbandonarono la gestione tradizionale e le campagne, lasciando le piante a invecchiare senza potature adeguate, compromettendone la produttività.
Tecniche di recupero dell’olivo: capitozzatura e tagli di riforma
Questo modello di pianta applicato all’olivo ha determinato nel tempo l’incremento della produzione di legno nelle parti basali della pianta, lo spostamento verso l’alto della zona produttiva con una diminuzione della stessa e ha reso molto difficile eseguire le comuni pratiche agronomiche, richiedendo scale di oltre 10 metri, piattaforme aeree o la tecnica del tree climbing.
Per recuperare la pianta e ritornare dalla fase senile a quella produttiva è opportuno verificare la possibilità di effettuare delle “capitozzature” o dei “tagli di riforma”.
Le capitozzature
Le capitozzature sono interventi drastici effettuati con motoseghe o segacci da potatura, che prevedono tagli importanti, in modo da ridurre drasticamente il legno vecchio intervenendo sul tronco o sulla prima parte delle branche primarie; in pratica consiste nel tagliare il tronco all’altezza desiderata o in un punto già predisposto con branche primarie.
I tagli di riforma
La potatura delle piante attraverso i tagli di riforma mantiene il fusto intatto, concentrandosi sulle branche principali e secondarie. Negli olivi, un eccesso di rami può ridurre l’insolazione e ostacolare la fruttificazione. Per migliorare la crescita, è necessario diradare le branche, selezionandone 3-4 equidistanti per coprire un angolo di 360°. Le branche secondarie devono avere un angolo aperto e un diametro inferiore rispetto a quelle principali, per evitare sovrapposizioni e favorire uno sviluppo armonico della pianta.
Dopo tali operazioni sarà necessario gestire i germogliamenti che tali potature stimoleranno. In particolare, in base al punto di germogliamento, è necessario individuare i rami più interessanti e allevarli come future branche secondarie. Nel giro di tre anni la pianta avrà già ristabilito il proprio equilibrio vegetativo/produttivo.
Strumenti adeguati per una potatura corretta
L’olivo, come tutte le piante da frutto, deve essere potato utilizzando attrezzi adeguati; tagli imperfetti ritardano la cicatrizzazione del legno con conseguente attacco parassitario.
Per tagli inferiori a 20 mm di diametro si possono utilizzare delle buone forbici da potatura a taglio passante per il legno verde e a taglio battente per il legno secco. L’utilizzo di forbici di bassa qualità comporta alcuni problemi.
Problemi legati all’uso di attrezzi di bassa qualità
Il primo, a lungo termine, è legato all’ergonomia quindi ai danni provocati alle terminazioni nervose; l’esempio più comune è la cosiddetta sindrome del tunnel carpale, che è una patologia del sistema nervoso, a carico delle strutture del polso.
Il secondo problema è legato alla qualità del taglio che, se impreciso, causa sfilacciamenti ai tessuti della pianta.
Tecniche per tagli più grandi e operazioni da terra
Quando si effettua la potatura delle piante, in particolare delle branchette fruttifere, è fondamentale utilizzare i troncarami, capaci di tagliare rami fino a 40 mm di diametro. Questi strumenti, sia a taglio battente che passante, dotati di bracci telescopici lunghi 60/90 cm, permettono di lavorare da terra su chiome che superano i 3 metri di altezza. Per rami di diametro maggiore, si utilizzano segacci da potatura con denti appositamente progettati per garantire tagli netti e precisi.
Quando le chiome sono particolarmente alte, è possibile evitare l’uso della scala impiegando forbici ad asta lunga, estensibili fino a 4 metri, ideali per tagliare rami con diametro fino a 35 mm. Per tagliare branche di dimensioni ancora maggiori, si ricorre a strumenti telescopici con lame battenti, passanti o seghetti da potatura.
Dopo aver eseguito grandi potature a riposo vegetativo, è consigliato trattare i tagli con prodotti a base di rame e, se necessario, coprire le ferite con mastici da innesto per proteggere il tronco dagli agenti esterni.