Riconoscere gli organi delle piante
Un requisito fondamentale per una corretta potatura
Riconoscere gli organi delle piante, e quindi distinguere le gemme e i rami degli alberi da frutto è molto importante. Dalla loro identificazione, infatti, deriva la possibilità di eseguire una corretta potatura. Le gemme prendono origine durante lo sviluppo nei rami dell’anno in corrispondenza dei nodi oppure all’apice degli stessi. Le gemme racchiudono al loro interno i primordi di un germoglio o di un fiore proteggendoli durante periodo di riposo invernale, quando le condizioni climatiche non sono idonei al loro sviluppo. La protezione avviene grazie a delle foglioline squamose, chiamate perule, disposte come le tegole di un tetto, una sull’altra. Sono molto dure e resistenti, e possono essere rivestite di sottilissimi peli o di resina che le rendono impermeabili e quindi adatte a proteggere i meristemi dall’acqua e dalle basse temperature. All’interno delle gemme sono presenti piccolissimi assi vegetativi o riproduttivi, formati completamente o in parte, ma non ancora cresciuti, perché le loro cellule non si sono distese. Le gemme sono disposte intorno al ramo con andamento spiralato che consente alla chioma di espandersi in più direzioni mediante crescita apicale e ramificazioni laterali. Ciò permette alla pianta di occupare ed esplorare lo spazio a disposizione. Le gemme cominciano a formarsi sui germogli di nuova formazione. Inizialmente, queste, sono neutre o indifferenziate, quando il rametto ha raggiunto una lunghezza di circa 20 cm, si evolvono, trasformandosi alcune a legno, altre a fiore o miste. Il processo con cui da semplici cellule si formano tessuti ben definiti, che vanno a costituire specifici organi (foglie o fiori), è chiamata differenziazione. Il processo di formazione della gemma a fiore avviene alla presenza di un adeguato apporto di acqua ed elementi nutritivi e una relativa abbondanza di zuccheri (elemento principale delle sostanze prodotte con la fotosintesi) apportati con la linfa elaborata dalle foglie, soprattutto in rapporto alla presenza di sostanze azotate. La conoscenza di questo processo consente di eseguire quelle operazioni colturali che permettono in parte di condizionare il tipo di gemme che si stanno formando lungo un ramo. La piegatura e la curvatura dei rami ad esempio, riducendo il deflusso della linfa elaborata proveniente dalle foglie, favoriscono la differenziazione delle gemme a frutto. Così come anche il diradamento dei frutti. Al contrario, un eccesso di concimazioni azotate può ostacolare la formazione di gemme riproduttive. Altri i fattori possono influire sulla capacità di una gemma di diventare riproduttiva o meno, come il tipo di ramo su cui si trova inserita, la posizione lungo il ramo, l’epoca di formazione, e la produzione di ormoni specifici. Nel periodo di formazione delle gemme è importante evitare stress idrici e situazioni di forte ombreggiamento all’interno della chioma. Le gemme, attraverso meccanismi di controllo fisiologico entrano in dormienza sin dalla loro formazione. La dormienza consente alla gemma di schiudersi soltanto nell’anno successivo alla sua formazione, dopo aver accumulato una certa quantità di ore di «freddo fisiologico» (temperature comprese tra 0 e 14 °C) per un periodo diverso secondo la specie. Particolari condizioni ambientali possono alterare i tempi di risveglio dalla dormienza. Non è raro che dopo un’estate particolarmente siccitosa, osservare la schiusura di alcune gemme in seguito all’arrivo delle piogge di settembre.
Classificazione delle gemme in base al periodo di schiusura
Le gemme già subito dopo la loro formazione sono soggette alla dormienza che ne impedisce l’allungamento e si definiscono «gemme dormienti». Attraversano l’inverno allo stato dormiente per schiudersi in primavera successiva dopo che hanno superato il fabbisogno in freddo. Alcune gemme possono subire un tale ritardo da non essere in grado di germogliare nella primavera successiva all’anno in cui si sono formate. Sono definite “gemme latenti” e possono rimanere vitali per diversi anni. Sono delle gemme che la pianta utilizza quando è sottoposta a forti stress come può essere un’energica potatura. Le gemme latenti sono molto rare nel pesco e nel ciliegio pertanto una potatura a capitozzo su queste piante non porta alla nascita di nuovi germogli vicino ai tagli. Alcune gemme possono svilupparsi anche nell’annata stessa in cui si sono formate senza attraversare il periodo di dormienza. Si definiscono “gemme pronte” i germogli che prendono origine da queste gemme sono chiamati “rami anticipati”. Sono molto frequenti nel pesco e nella vite, dove prendono il nome di femminelle. Le “gemme avventizie” possono formarsi ex novo in posizione insolita senza rispettare l’ordine fillotassico della pianta; spesso si formano sui calli di cicatrizzazione delle ferite dando origine a germogli vigorosi avventizi (succhioni) privi strutture riproduttive. Alcune specie hanno maggiore attitudine a produrre questo tipo di germogli (olivo, pero, melo, mandorlo), rispetto ad altre che li producono raramente (albicocco, ciliegio, pesco). Nella vite non esistono gemme avventizie, il ricaccio avviene dalle latenti poste più in basso sul tralcio.
Classificazione delle gemme secondo la loro funzione
Secondo questo criterio, le gemme sono classificate in base al tipo di organi che da esse avranno origine al momento della schiusura primaverile. Identifichiamo gemme a legno quando danno origine a foglie o germogli. Sono gemme specializzate di forma conica e appuntita, spesso molto aderenti al ramo e di dimensioni piuttosto piccole. Gemme a frutto che a loro volta si distinguono a fiore e miste. Le gemme a fiore sono specializzate e sanno fare solo il fiore, in genere sono organi riproduttivi delle drupacee. Invece, le gemme miste sono in grado di produrre contemporaneamente sia fiori sia germogli. Le gemme a fiore e miste sono più grandi e rotondeggianti, rispetto alle gemme a legno. Questa caratteristica li rende riconoscibili dall’esterno, anche se in alcune specie sono molto simili e di difficile individuazione (per esempio nel Ciliegio).
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