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Errore 1: Potatura troppo severa

Contenere le dimensioni della chioma non vuol dire eseguire rilevanti potature perché la pianta non può soddisfare le nostre esigenze nel momento in cui si trova privata di gran parte della chioma. L’intensità di potatura deve essere fatta seguendo la regola:

“L’’intensità di potatura deve essere inversamente proporzionale alla vigoria.”

Pertanto, più la pianta dimostra vigoria, meno deve essere potata. Un errore piuttosto diffuso è l’eccessiva intensità dell’intervento rispetto alle reali necessità, spesso spinti solo dall’esigenza di ridurre l’altezza. Il vigore vegetativo di una pianta si caratterizza con la lunghezza raggiunta dai rami di un anno ed è variabile secondo la specie, il portainnesto, l’età dell’albero e l’ambiente. Un albero può essere giudicato in equilibrio quando almeno un terzo dei suoi rami di un anno, raggiunge le lunghezze evidenziante nella seguente tabella.

Se la lunghezza dei rami è maggiore di quella sopra specificata, indica che la potatura dell’anno precedente è stata eccessiva, se minore, troppo leggera. Pertanto, prima di iniziare la potatura occorre valutare la vigoria delle piante e intervenire con dei tagli giusti per riportare la pianta in equilibrio.

Tabella con indicazioni delle piante

 

Errore 2: Fittezza di rami

Abbassare gli alberi o ridurre la loro ampiezza cimando i prolungamenti del tronco o delle branche, rappresenta un grosso errore. La potatura di raccorciamento, definita di richiamo a legno, stimola l’emissione di nuovi germogli vigorosi dalle gemme. Quest’ultimi si trovano in prossimità del taglio, mentre più in basso la pianta comincerà a svuotarsi. Un raccorciamento intenso tende, quindi, a favorire notevolmente l’attività vegetativa, e a produrre una chioma folta che impedisce alla luce di penetrare verso le parti basse.

L’eccessiva fittezza di rami vigorosi nella parte apicale crea un cappello di vegetazione. Appare come un filtro che limita fortemente il passaggio della luce alla vegetazione sottostante, determinando dunque un progressivo esaurimento delle branche più basse.

L’intervento corretto si compie con un taglio di ritorno. Consiste nella riduzione dei prolungamenti, nel punto in cui sorge una ramificazione laterale di ordine inferiore a quello tagliato, di due o più anni d’età. Esso in pratica evita il richiamo di linfa, perciò l’attività vegetativa, invece di concentrarsi nel punto di taglio, si distribuirà abbastanza regolarmente lungo la branca. Va detto che il ramo di sostituzione non deve avere un diametro inferiore a un terzo di quello dell’asse principale tagliato. Il taglio di ritorno fatto sulla parte terminale dell’asse centrale, sulle branche laterali, sottobranche e branchette consente di sfoltire la chioma senza provocare reazioni anomale della pianta. Riduce il fenomeno dell’alternanza di produzione e favorisce un graduale rinnovamento della chioma. Il taglio va sempre eseguito sui rami di due anni o più e in corrispondenza di un ramo di uno o più anni.

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Errore 3: Monconi in corrispondenza dei tagli

Ai fini delle operazioni di potatura, l’individuazione del collare di compartimentazione sui rami che s’intende tagliare, è indispensabile per non produrre danni eccessivi. I tagli di potatura producono delle ferite che rischiano di essere infettati da parte di patogeni fungini capaci di degradare il legno. La pianta non è in grado di guarire le ferite ma reagisce formando un callo di cicatrizzazione, grazie al cambio del collare della branca. Il cambio è un sottile strato di cellule meristematiche che si trova tra corteccia e legno, in grado di ricoprire la superficie tagliata per isolarla dall’ambiente esterno.

Nel taglio di un ramo, il collare, che è presente in corrispondenza del suo punto d’inserzione sul tronco o sulla branca, deve essere lasciato integro. Se il taglio è effettuato rasente al tronco il callo, si formerà solo sui lati della ferita. Mentre se il taglio è eseguito troppo lontano dal tronco, il callo non si svilupperà sul bordo della ferita ma resterà un moncone di legno morto e nascerà un anello cicatriziale alla base del tronco senza ricoprire il moncone. Il collare di corteccia si presenta come una sorta di rigonfiamento che si forma nel punto d’inserzione tra branche di ordine diverso. Quando, nell’eliminazione di una branca, il taglio è fatto distante dal collare, il moncone rimasto sarà destinato a seccare e da cui possono iniziare i processi di degradazione del legno.

Errore 4: Lasciare le piante per lungo periodo senza potatura

Gli alberi in stazione adulta ricavano un notevole beneficio dalla potatura se fatta regolarmente e nella giusta intensità, in base al suo vigore vegetativo. Una giusta intensità di potatura aumenta la produzione, migliora la pezzatura dei frutti, prolunga la vita utile degli alberi e ne favorisce la salute. Gli alberi adulti sottoposti a regolare potatura producono foglie con un potere assimilante maggiore delle foglie di piante non potate perché sono più ricche di mesofillo. Inoltre presentano una superficie più grande, per cui la loro attività complessiva è ulteriormente potenziata.

La pianta, ogni anno deve rinnovare i rami non più produttivi sviluppando nuova vegetazione giovane, che si mantiene sulla parte esterna e soleggiata della chioma mentre i rami interni, privati della luce, cessano di produrre per insufficiente attività fotosintetica. Una pianta adulta non potata sarà perciò costituita dalla giovane vegetazione produttiva posta all’esterno di un’imponente impalcatura. Essa è formata da legno sempre più vecchio dagli apici verso il tronco principale. Questo problema è particolarmente grave per specie come il pesco, che necessita di un intenso rinnovo vegetativo, ottenibile solo tramite potatura e adeguata concimazione. In conclusione, una regolare potatura mantiene una chioma facilmente raggiungibile in tutte le sue parti agevolando tutte le altre operazioni colturali.

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Errore 5: Tecniche invasive

Per quanto i motivi per cui potare gli alberi siano molteplici, tutti hanno a che fare con il generale benessere della pianta.

Tra le tecniche più invasive e pericolose troviamo la capitozzatura ossia il taglio indiscriminato di grossi rami, branche o del fusto stesso con il rilascio di monconi. I rami che si sviluppano dopo un taglio di capitozzatura sono inseriti superficialmente nel ramo principale, con un’attaccatura debole. Questa caratteristica li rende particolarmente vulnerabili, poiché possono facilmente spezzarsi a causa di sollecitazioni dovute a vento o neve. Le ampie ferite causate costituiranno una via di accesso di favore per patogeni molto pericolosi, quali i funghi che sono causa della carie del legno. La pianta, infatti, non sarà in grado di richiudere tagli troppo estesi, permettendo così ai funghi cariogeni di penetrare all’interno del tronco e dei rami. I danni della carie consistono in un deperimento generale della pianta e in un indebolimento dei tronchi che ne pregiudicheranno seriamente la stabilità futura.

Errore 6: Mancata rimozione dei rami morti, malati, danneggiati

La mancata rimozione dei rami morti, malati, danneggiati può rappresentare un rischio per la salute dell’albero, facilita la penetrazione di malattie o parassiti. Anche la mancata rimozione dei succhioni limita la circolazione di aria e luce e favorisce l’insorgere delle malattie crittogamiche. La rimozione di questi rami, inoltre, consente all’albero di concentrare la sua energia su rami sani e sulla produzione di frutti di qualità.

Errore 7: Residui di potatura

L’allontanamento e la distruzione col fuoco dei residui di potatura sono pratiche fondamentali per mantenere lontane dalla nuova vegetazione numerose fonti di infezione. Questi residui, infatti, spesso rappresentano dei focolai da cui originano le prime propagazioni di malattie, che possono compromettere la salute delle piante e danneggiare l’intero frutteto se non gestite adeguatamente.

Errore 8: Mancanza di protezione invernale

Le ferite causate da condizioni climatiche avverse sono imprevedibili, mentre quelle provocate da animali o dall’uomo possono essere prevenute. Il mezzo più semplice di prevenzione è la recinzione degli alberi che possono essere urtati da carri, trattori ecc. Ciò è consigliabile quando si mettono a dimora gli alberi, proteggere i fusti, per un certo periodo, con rivestimenti di rami spinosi (per allontanare gli animali) o fasciature con carta pesante o strisce di tela (per evitare l’insediamento d’insetti) e infine con la sistemazione al piede della pianta di una rete metallica alta 30-40 cm e interrata una decina di centimetri per impedire l’attività di lepri, arvicole e conigli selvatici.

Errore 9: Legature aggressive

È necessario porre attenzione nel legare fili metallici al fusto, essi non devono stringere. In ogni caso non devono essere a contatto diretto con la corteccia, altrimenti si provocano strozzature nella pianta che ostacolano la circolazione della linfa e quindi la vita stessa della pianta. Le legature per mantenere i rami alla giusta inclinazione devono essere larghe ad anello o fissate preferibilmente a un ramo laterale. Per le legature si usano i fili di plastica che, essendo elastici limitano le eventuali strozzature. Durante la potatura invernale si controlleranno le legature fatte in precedenza, eventualmente tagliando quelle che tendessero a incidere la corteccia.

Errore 10: Potare in epoca sbagliata

L’epoca più adatta per la potatura varia nel caso si tratti di potatura invernale o estiva. Il periodo di potatura influenza il comportamento dell’albero, poiché provoca reazioni diverse sull’accrescimento complessivo, sulla produttività e sulla sensibilità a particolari attacchi parassitari.

Per le pomacee, l’epoca migliore è quella che intercorre dalla caduta delle foglie all’inizio della ripresa vegetativa, escludendo il periodo dei forti geli invernali.  Sulle drupacee, invece, e sul pesco in particolare, il periodo migliore è quello di fine inverno. Difatti, gli alberi potati alla fine dell’autunno o all’inizio dell’inverno, soprattutto nelle regioni settentrionali, emettono spesso formazioni di gomma più di quanto non avvenga negli alberi potati alla fine dell’inverno.

La potatura anticipata in autunno, quando le piante sono ancora in vegetazione, è sconsigliata. Questa pratica riduce la lignificazione dei germogli, aumenta la sensibilità al freddo e ai parassiti, e provoca un minor accumulo di sostanze di riserva nelle radici. La potatura eseguita durante o subito dopo la fioritura indebolisce l’albero. Questo perché favorisce lo sviluppo di un numero eccessivo di fiori e germogli, che consumano le riserve accumulate nell’annata precedente prima che possano contribuire all’accumulo di sostanze utili.

Lapotatura verde viene eseguita dall’inizio dell’attività vegetativa fino alla defogliazione ed è particolarmente importante durante la fase di allevamento degli alberi. Essa consente di indirizzare la crescita verso la formazione rapida dello scheletro, riducendo al contempo la necessità di tagli invernali. La potatura estiva avvantaggia anche le piante adulte poiché, la chioma sfoltita, consente una migliore illuminazione delle parti interne e, pertanto una più completa maturazione del legno.

 

Scelta dell'attrezzatura per potare

L’uso di un’attrezzatura specifica di qualità è il presupposto essenziale per una potatura efficace e nello stesso tempo, rispettosa della pianta. La potatura è un’operazione delicata per le nostre piante, poiché da come eseguiamo i tagli, dipenderà lo stato di salute della pianta stessa. È indispensabile una scelta accurata degli strumenti per eseguire tagli puliti, senza sfibrare la corteccia e un’adeguata tecnica di esecuzione e una buona strumentazione.

Il mercato è in grado di offrire un’ampia gamma di attrezzi, ognuno indicato per una certa tipologia di taglio. Per questo durante la potatura, dobbiamo avere a portata di mano una gamma completa di attrezzi e non uno strumento singolo.

Le forbici manuali, utilizzate per tagli di diametro ridotto, sono principalmente a doppio taglio. Sono ideali per qualsiasi tipologia di ramo fino a 2/3 cm di diametro. Invece, le forbici con una sola lama fanno tagli meno netti e sono indicate per recidere rami non più in vita. In commercio esistono numerosi modelli di forbici per potatura a batteria, ciascuno con una potenza e con un’autonomia della batteria stessa differente.

L’utilizzo delle attrezzature manuali comporta un affaticamento delle articolazioni e delle muscolature di braccia e mani, fino a determinare l’insorgenza di vere e proprie patologie. Le cesoie, il troncarami e la motosega elettrica per potatura, rappresentano una vera e propria rivoluzione. Questi attrezzi offrono libertà di movimento e facilità nei tagli, grazie al grilletto che permette di operare senza sforzo.

Lo zaino è indispensabile per custodire forbice, motosega, tutti gli accessori per la manutenzione e pulizia, le batterie di ricambio, i dispositivi di sicurezza, quali occhiali di protezione e guanti.

Le prestazioni e la sicurezza nell’uso delle attrezzature da taglio dipendono fortemente dai controlli e dalla manutenzione che è eseguita. È consigliato verificare l’integrità dell’attrezzatura ogni volta che si usa e applicare una manutenzione secondo la periodicità e le regole riportate nei rispettivi manuali d’istruzioni. Riguardo alla manutenzione, particolare attenzione dovrà essere data alla pulizia, alla lubrificazione e all’affilatura degli organi di taglio e al mantenimento in piena efficienza dei dispositivi di sicurezza.

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Foto di un albero a cui è stato fatto un taglio lontano dal collare di corteccia

Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale