La potatura di produzione della vite
La potatura di produzione della vite: aspetti generali e forme di allevamento
Con la potatura invernale, il viticoltore mantiene la forma di allevamento impostata e controlla quantità e qualità del prodotto agendo sul carico di gemme lasciate su ciascuna pianta. Le tecniche di potatura differiscono in base alla forma di allevamento, che si possono raggruppare in due categorie:
- A cordone permanente;
- A tralcio rinnovato.
>> Per una potatura meno faticosa, dai un’occhiata alle nostre forbici elettriche, funzionali e ergonomiche!
Cordone speronato
È il più diffuso tra le forme del primo gruppo.
Essa è costituita da un fusto verticale che si prolunga orizzontalmente, sul quale sono inseriti alla distanza di 15-30 cm, i «punti vegetativi»; centri produttivi che si diramano verso l’alto e dove sono posti gli speroni, a uno o due gemme franche, che sono annualmente rinnovati. La conduzione del cordone speronato può essere impostata mantenendo gli speroni nello stesso punto del cordone formando dei piccoli canali verticali. Questo provoca un lento allontanamento dello sperone dal cordone, ma permette di fare i tagli sempre su legno giovane ed evitare tagli ripetuti vicino al cordone che rendono difficoltoso il decorso della linfa con conseguente perdita di punti vegetativi.
Con la potatura invernale si rinnova lo sperone potando sul tralcio inserito in posizione più verticale mentre con la potatura verde si scelgono i germogli da lasciare per continuare lo sviluppo dei collettori secondari, eliminando i germogli che provengono dal legno vecchio. Nella pratica si terranno solamente i due germogli provenienti dagli speroni.
RICEVI TANTI ALTRI CONSIGLI!
Ti piacerebbe ricevere tanti consigli per la cura e la coltivazione delle tue piante, in base alla stagione? La nostra NEWSLETTER è pensata proprio per aiutarti a ottenere tante soddisfazioni nell'orto, frutteto e giardino grazie all'esperienza degli esperti! CLICCA per iscriverti, è gratuita!L'alberello
Un’altra forma a potatura corta è l’alberello, forma di allevamento di ridotta espansione, normalmente non richiede sostegno perché il tronco è basso e l’apparato produttivo è prossimo al terreno. È una forma di allevamento propria dei terreni poco fertili e siccitosi, oppure dei luoghi dove, per particolari condizioni climatiche, richiede forme ridotte e compatte. La forma ad alberello è costituita da un tronco alto 30-40 cm su cui s’inseriscono 3-4 speroni potati a 2-3 gemme.
Guyot unilaterale
È una forma a tralcio rinnovato, ed è, probabilmente, il più diffuso sistema di allevamento della vite.
La potatura si esegue lasciando un unico tralcio (capo a frutto) la cui lunghezza è determinata dalla distanza delle viti sul filare. Si caratterizza per avere un’altezza del tronco che varia dai trenta ai 100 cm, sulla quale è inserito un capo a frutto (mediamente da sei a dodici gemme), che è piegato parallelamente al terreno in direzione del filare e due speroni (capi a legno) di due gemme utilizzati per dare i rinnovi per l’anno successivo. I germogli uviferi, che si sviluppano dal capo a frutto (tralcio), sono legati a fili di sostegno situati a circa 70-110 cm sopra il tralcio che, questi sono sostenuti da pali di altezza variabile fino a 2 m e distanziati mediamente di circa 5-6 m.
Per un buon risultato è fondamentale eseguire precocemente la selezione primaverile dei germogli eliminando gli eventuali concorrenti. Il sistema di allevamento offre diversi vantaggi. Fra questi la semplicità nella potatura di produzione che si concretizza attraverso tre tipi di taglio che sono definiti:
- “taglio del passato” riferito all’asportazione del capo a frutto che ha prodotto l’anno precedente;
- “taglio del presente” nel quale si sceglie uno o due tralci, a seconda che si tratti di Guyot semplice o doppio, tra quelli nati sugli speroni;
- “taglio del futuro” si riferisce alla speronatura degli altri due tralci rimasti più in basso dai quali si svilupperanno i tralci necessari per rinnovare la produzione futura.
Una variante di questa forma può essere il Guyot ad archetto o il capovolto singolo o doppio, dove il capo a frutto, va piegato ad arco verso il basso e legato al filo sottostante a quello portante.
La potatura ramificata
Il metodo di potatura ramificata è uno strumento pratico che può essere applicato a tutte le forme di allevamento della vite.
I suoi principi di base sono:
- Ramificare i fusti, poiché la pianta, per vivere a lungo, deve poter occupare spazio formando i rami in modo naturale e il potatore, ne controlla ogni anno l’accrescimento;
- Orientare i tagli, potando la pianta sempre dallo stesso lato. In questo modo si realizza una separazione tra il legno vivo e i coni di disseccamento che si formano dopo un taglio di potatura;
- Fare tagli piccoli, non andando più a eseguire tagli di ritorno che provocano ferite di grandi dimensioni. Riducendo le superfici dei tagli, infatti, il disseccamento interno è minore e la pianta ha a disposizione più legno vivo;
- Lasciare porzioni di legno di rispetto proporzionate alle dimensioni del taglio.
Durante la potatura
- Non eseguire tagli di grosso diametro (evitare, se è possibile, tagli su legno del 3° anno in poi).
- Non eseguire tagli rasi (rispettare le corone);
- Non disporre lo sperone, nelle forme a rinnovo, troppo basso;
- Lasciare il legno di rispetto, a protezione dell’ultima gemma;
- Non tagliare raso quando si eliminano le femminelle;
- Su tralci di un anno eseguire il taglio perpendicolare al tralcio;
- Su legno vecchio tagli obliqui, per evitare ristagni d’acqua;
- Non fare tagli slabbrati, quindi manutenzione degli attrezzi da taglio.
>> L’articolo ti è stato utile? Iscriviti alla nostra newsletter gratuita con i consigli di coltivazione!