La potatura invernale del cachi
Consigli per una buona produzione
Il Diospyros kaki è originario dell’Asia orientale ed è una delle più antiche piante da frutto coltivate dall’uomo. Introdotta nell’800 come pianta botanica nelle ville storiche, è stata scoperta come pianta da frutto nel Novecento. In Italia le coltivazioni maggiori sono concentrate parte in Emilia Romagna e in Centro Italia.
Per avere delle buone produzioni e permettere un’adeguata tecnica colturale è necessario potare e allevare i fruttiferi. Una tecnica di potatura del cachi tradizionalmente utilizzata è quella dell’ allevamento a vaso; per ottenerla bisogna intervenire sulla pianta di circa un anno, che deve essere tagliata a circa 80/90 cm da terra. Le branche che nel tempo si sono formate hanno dato vita alla struttura primaria, lo scopo della potatura è di mantenere le branche primarie equidistanti ed eliminare tutto ciò che sta all’interno. Si cominciano a togliere i succhioni. Il succhione è un ramo vigoroso a sviluppo verticale e a crescita rapida che non produce né fiori né frutti e indebolisce la pianta.
La potatura si esegue con le forbici; quando però i rami sono troppo grossi, oltre i 2 cm, dobbiamo aiutarci con un segaccio e con un troncarami. È importante che la cima non sia mai tagliata.
Il kaki non deve avere branche troppo lunghe perché ha un legno molto fragile, che rischia di spaccarsi sotto il peso della vegetazione e dei frutti.
La struttura a vaso ha una forma di allevamento a imbuto costituita da un tronco che si dirama in 3/5 ramificazioni dette branche primarie. La forma a vaso è adatta per i frutteti famigliari ed è adatta per la raccolta da terra; è importante che il tronco sia il più basso possibile.
Le branche primarie, che sono la struttura portante e hanno un’inclinazione di circa 45°, sono rivestite da una serie di branchette secondarie di diametro minore e poste orizzontalmente. Le branchette secondarie hanno lo stesso problema delle primarie, anche in questo caso vanno tolti i succhioni e tutti i rami mal posizionati, ossia orientati verso l’alto. Le branche primarie devono avere tutte la stessa altezza. Per equilibrarle si può intervenire riportandole sulle branchette secondarie, effettuando un taglio di ritorno, che consiste nel tagliare il ramo più grande in prossimità di uno più giovane affinché questo diventi il proseguimento della branca vecchia. Così si ottiene una pianta armoniosa, con le branche primarie della stessa altezza e le branchette secondarie portanti i rami a frutto. L’operazione di potatura del cachi eseguita correttamente fin dall’inizio sulle piante giovani permetterà di avere, in fase adulta, una pianta che non sfugge verso l’alto, i cui frutti possono essere raccolti da terra. Nel cachi si privilegia la potatura invernale. Però per evitare di avere una quantità enorme di succhioni, specialmente dopo grossi tagli di ritorno, si esegue anche la potatura estiva. quest’ultima consiste nell’eliminazione dei succhioni in fase erbacea, permettendo di trasferire tutta l’energia della pianta sui rami a frutto. In questo modo si ha un miglior rivestimento della pianta e si evita anche in questo modo che sfugga verso l’alto.