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Le gemme

Nella vite le gemme si trovano in posizione laterale rispetto all’asse del germoglio/tralcio, all’ascella delle foglie. Sui nodi si formano due gemme, la prima è una gemma pronta e la seconda è una gemma ibernante o dormiente. La gemma pronta schiude solitamente qualche settimana dopo e ha un ciclo di formazione di circa un mese, infatti, appena formate danno origine a un germoglio detto femminella, che può essere sterile o fertile. La gemma ibernante, collocata alla base della femminella, rimane in tale stato fino alla fine dell’inverno successivo. Essa è considerata una gemma composta poiché comprende tre gemme; una principale e due sotto-gemme, e darà origine a un germoglio fertile o uvifero nel caso in cui vi siano anche grappoli preformati.

Le altre, chiamate genericamente sotto-gemme o di controcchio si schiudono su certi vitigni o, in caso di danneggiamento della gemma principale, danno origine a uno o due germogli, che possono essere fertili su alcune varietà.

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Tra i due tipi di gemme definite miste e a legno, non ci sono differenze morfologiche esteriori tali da permettere di distinguere le une dalle altre. La conoscenza della localizzazione delle gemme miste sul tralcio assume importanza per la scelta della lunghezza della potatura. Nelle cultivar nelle quali le gemme miste si trovano fin dai primi nodi basali del tralcio, la potatura potrà essere corta mentre dovrà essere media o lunga per quelle varietà dove le gemme miste si trovano dal terzo, quarto nodo.

Un altro tipo di gemma che si può riscontrare nella vite, è la gemma latente che si trova in posizione basale. Si presenta inglobata nelle branche o nel tronco della pianta e si mantiene vitale anche per diversi anni, restando coperta dal ritidoma (corteccia). La gemma latente si attiva solo per cause varie, come un’energica potatura, gelate, malattie, determinando lo sviluppo di germogli assai robusti chiamati polloni se originatisi dal piede del fusto o succhioni se cresciuti sulle branche o sul fusto; entrambi sono generalmente sterili.

Il fusto e i tralci

Il fusto ha dimensioni diverse, secondo la forma di allevamento. In linea di massima non conviene avere un fusto molto sviluppato. La linfa che scorre nei vasi legnosi incontra una considerevole resistenza meccanica con l’allungarsi del fusto. Perciò più lungo è il tratto di fusto interposto fra le radici e i tralci, meno vigorosa sarà la vite. Pertanto di frequente si lasciano degli speroni a due gemme da cui si formano vigorosi tralci che si prestano a sostituire le vecchie branche. I germogli che si sviluppano dagli speroni sono generalmente molto vigorosi.

I tralci sono i rami di un anno che nascono in corrispondenza dei nodi che hanno subito il processo di lignificazione (agostamento). Ogni tralcio è costituito da nodi e internodi. I nodi presentano diametro maggiore degli internodi e sono internamente costituiti da uno spesso diaframma legnoso e privo di midollo.  Sono chiamati germogli o pampini quando sono erbacei, tralci quando sono lignificati e sarmenti quando sono staccati dalla pianta dopo la potatura. Una volta raccorciati prendono il nome di capo a frutto o sperone secondo il numero di gemme lasciate.

Sui tralci in via di sviluppo sono frequenti le femminelle, derivanti da gemme pronte, munite unicamente da foglie o anche qualche grappolo tardivo che non porta a maturazione.

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Foto: Sperone a frutto

Agr. Antonio Velonà

Agrotecnico Antonio Velonà, docente di pratiche agrarie, adesso in pensione, ha svolto la sua attività nell’indirizzo agrario dal 1974 al 2017 presso l’Istituto d’Istruzione superiore “V.F. Pareto” di Milano. Nella sua lunga carriera ha coordinato tutte le attività di laboratorio inerenti al frutteto, le serre e il giardino. Dal 2001 al 2005 ha collaborato come docente con la Fondazione Minoprio nei corsi di formazione professionale