La psilla del pero
La psilla del pero
La psilla (Cacopsylla pyri) è uno dei principali parassiti del pero. Questo insetto è diventato particolarmente aggressivo negli anni 70-80, quando l’aumento dei trattamenti chimici eseguiti con prodotti a largo spettro d’azione ha ridotto le popolazioni dei nemici naturali della psilla (quelli più importanti sono gli antocoridi) ad un livello troppo basso perché potessero assicurare da soli un controllo sufficiente dei danni causati dalla psilla stessa.
Oggi l’introduzione di prodotti fitosanitari mirati e, soprattutto, l’utilizzo di tecniche di lotta biologica e di agroecologia hanno reso più semplice il controllo del parassita.
Gli effetti della psilla sul pero
I danni sono causati dalle punture delle psille che sottraggono linfa alla pianta e determinano una decolorazione a puntini della foglia. Inoltre, gli escrementi liquidi del parassita costituiscono una sostanza zuccherina, la melata, che provoca danni diretti causando l’asfissia degli organi verdi e danni indiretti, creando l’ambiente propizio alla formazione di fumaggini che sono dei funghi che imbrattano di nero la vegetazione e i frutti. In caso di attacchi particolarmente gravi cessa la crescita dei germogli e possono cadere le foglie.
Infine, le punture delle psille possono veicolare un fitoplasma. Cioè, un altro organismo patogeno che causa il deperimento e la morte delle piante, soprattutto quelle più vigorose e più giovani.
> Leggi anche: come difendere il pero dai parassiti.
Caratteristiche della psilla
Gli adulti di psilla sono piccoli insetti lunghi circa 2,5-3 mm. Sono di colore ocra, nocciola o brunastro e hanno ali trasparenti, posizionate a tetto spiovente sul corpo. Si trovano soprattutto nella pagina inferiore della foglia, al riparo dal sole.
Le forme giovanili (neanidi) sono più piccole, di forma appiattita con due tipiche espansioni laterali. Hanno un colore giallo-arancio che si scurisce fino a divenire bruno-nerastro con il procedere del loro sviluppo.
La psilla sverna come adulto nella corteccia del pero e di altre piante. In primavera il suo volo inizia quando le temperature si stabilizzano intorno ai 10°C, cioè, di solito, fra marzo ed aprile. Durante una stagione vegetativa compie 4-5 generazioni (ciclo adulto-uovo-neanide-adulto) prima di tornare a proteggersi nella corteccia delle piante a fine estate.
Tecniche contro la psilla del pero
Un grande aiuto al controllo della psilla può arrivare dalla presenza, nelle vicinanze dei peri, di piante spontanee e ornamentali in grado di offrire prede alternative agli antocoridi soprattutto nei periodi in cui la presenza di psilla sul pero è scarsa. Le piante più utili a questo scopo sono l’albero di Giuda, l’olmo, il frassino e il biancospino. Quest’ultimo, però, è da evitare nelle zone in cui è presente il colpo di fuoco batterico. Si tratta di una malattia del pero (e del melo) così grave da aver indotto alcuni Regioni a proibire in questi areali la messa a dimora di alcune piante, come il biancospino e il cotoneaster, anche nei giardini pubblici e privati.
Alcune tecniche agronomiche contribuiscono a rallentare lo sviluppo della psilla. Per prima cosa bisogna evitare gli eccessi di concimazione azotata. Soprattutto se si usano concimi chimici o concimi organici a rapido rilascio come la pollina o il sangue secco. Infatti, il vigore vegetativo determinato da questi apporti rende le piante più suscettibili agli attacchi degli insetti con apparato boccale pungente succhiante, come la psilla. Per lo stesso motivo sono da evitare potature troppo severe.
Se si coltivano poche piante è anche possibile provvedere a raccogliere e a distruggere i getti infestati dalle psille. Lo scopo è quello di abbassare la popolazione dei parassiti e migliorare l’efficacia del loro controllo da parte degli insetti utili.
Nella maggior parte dei casi gli interventi succitati permettono un controllo sufficiente del parassita. Se però si rileva la presenza di psilla in più del 10% dei germogli, percentuale che sale al 20% se sono presenti contemporaneamente anche gli antocoridi, conviene eseguire un trattamento per ridurre la popolazione della psilla. Si può usare il sapone di Marsiglia all’1-2% o un prodotto a base del fungo entomoparassita Beauveria bassiana.
Nella primavera successiva, poi, è consigliabile provvedere ad un lancio di antocoridi, cioè gli insetti predatori della psilla. Questi si possono acquistare facilmente on-line e si distribuiscono con degli appositi contenitori da agganciare ai rami dei peri. Il lancio eseguito in marzo è sufficiente a contenere lo sviluppo della psilla fino a quando non intervengono anche gli antocoridi selvatici, già presenti nell’area di coltivazione, e permette un incremento della popolazione di questo insetto utile.
>> Dopo aver imparato queste tecniche per prevenire e combattere la psilla del pero, guarda anche la playlist dedicata ai trattamenti alle piante da frutto!
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