L’innesto a triangolo sul melo
Consigli per l'esecuzione
Prima di passare alla descrizione dell’innesto del melo, bisogna capire il motivo di questa scelta. Di solito chi ha una vecchia pianta di melo in giardino, si diverte ad innestarla per avere più varietà a disposizione, magari a maturazione scalare, anche perché spesso si hanno spazi ridotti e magari piante ben sviluppate. Il professionista invece ricorre all’innesto qualora avendo ancora un frutteto in buona salute, si trovi ad avere frutti di scarsa qualità commerciale ed il frutteto diventi economicamente insostenibile. Facciamo un esempio. Certe varietà come per esempio quelle del gruppo Gala e quelle del gruppo Fuji, quando la pianta raggiunge gli 8/10 anni, inizia ad accentuare il fenomeno dell’alternanza per la Fuji e il colore dei frutti a maturazione non riesce a coprire il 100% della buccia del frutto nelle Gala e anche nelle Fuji. Ovviamente quando i frutti arrivano al mercato, pur avendo un buon gusto, non hanno la remunerazione uguale a partite di frutti che derivano da piante più giovani, nuove varietà, magari di pezzature più interessanti. Ad un certo punto il frutteto non è più conveniente economicamente e allora si ricorre all’innesto con una nuova varietà.
Di solito il melo, malgrado vari tentativi di innesti più semplici o veloci o “moderni”, trova migliore riuscita con il sistema detto a triangolo perché una volta saldato il punto di innesto, la pianta è robusta e difficilmente va incontro a rotture. Inoltre, anche per chi è meno esperto, la riuscita dell’operazione raggiunge percentuali molto alte, quasi il 100%. Gli innesti a corona, seppur con una buona percentuale di riuscita, spesso poi con il vento o carichi eccessivi di frutta, non avendo una buona saldatura del punto di innesto, vanno incontro a facili rotture rendendo vana l’operazione.
L'innesto a triangolo
L’innesto a triangolo, tecnicamente è un innesto a marza, che si esegue a fine inverno-inizio primavera, e correttamente si chiamerebbe innesto ad intarsio.Questo tipo di innesto è facile da eseguire anche quando la differenza di diametro tra marza e portainnesto è notevole. Come precedentemente detto si esegue da metà febbraio, quando sono passati i grandi freddi, fino a quando la pianta inizia il risveglio cioè quando la vegetazione inizia a muoversi. Le marze vanno prelevate e si possono subito innestare. Nel caso in cui abbiamo da fare più giorni per innestare tutte le nostre piante e magari le marze vengono prelevate in appezzamenti lontani da dove eseguiremo l’innesto, le marze possono essere tenute per qualche giorno in un secchio con qualche centimetro di acqua dentro per mantenere umida la base.
Preparazione del portainnesto
L’innesto poi si esegue in questo modo: si recide la pianta nel punto dove si vuole eseguire l’innesto. Tenete presente che se si tratta di piante di melo grandi, con più di 8/10 anni, dove il diametro del tronco supera i 10 cm, anche se vogliamo cambiare completamente la varietà sulla nostra pianta è sempre opportuno lasciare sotto il punto di innesto qualche branca o diversi rami per lasciare un po’ di sfogo alla pianta. In caso contrario l’eccessiva spinta della linfa della pianta potrebbe rendere vano il nostro tentativo di innesto e irrecuperabile la pianta per poter riprovare l’anno successivo. Una volta recisa la pianta, se usiamo seghetti particolarmente aggressivi oppure una motosega, meglio lisciare il taglio con un coltello da innesti. Poi si esegue, nel punto dove va inserita la marza, un tassello a forma di triangolo (foto 1) facendo due tagli obliqui convergenti verso il centro della pianta partendo dal basso. Per eseguire correttamente questa operazione, si deve utilizzare un classico coltello da innesti ben affilato. Si appoggia tutta la lunghezza della lama sulla pianta con la lama che guarda il centro della pianta e si fa una incisione. Questa a poco serve se non a mantenere una direzione per il taglio successivo. In genere si mantiene la punta del coltello appoggiata alla pianta e si sposta la parte più in alto di circa 5mm a destra e a sinistra del nostro primo segno centrale. Di solito sono 5 mm ma può variare a seconda delle marze che abbiamo a disposizione, diciamo che per diametro di 8/10mm va più che bene. Una volta fatti i 2 segni, ci si posiziona prima su quello di destra e poi su quello più a sinistra e si tira con forza il coltello lungo il segno orientando la lama sempre al centro della pianta. Di solito al primo passaggio, ma può essere che ne servano alcuni, si stacca un triangolino di legno e il nostro tassello è fatto. Se il tassello fosse troppo piccolo possiamo allargarlo o raddrizzarlo avendo l’accortezza di fare sempre un taglio che parta dal basso verso l’alto su tutta la lunghezza della faccia interessata in modo da avere un taglio liscio e continuo.
Preparazione della marza
Preleviamo poi una marza (foto 2) dalla pianta madre avendo cura di scegliere un ramo da anno, ben maturo, di diametro di 5/10 mm. Su questa dobbiamo creare una “coda” a forma di triangolo (foto 3) che vada ad inserirsi nella cavità che abbiamo preparato nella pianta da innestare. La forma deve essere il più possibile simile tra la coda della marza e la cavità della pianta. Questa operazione si esegue posizionandosi a gambe ben divaricate in modo da assumere una buona stabilità. Con una mano si tiene fortemente la marza appoggiandosi al petto. La marza dovrebbe avere la prima gema rivolta verso il petto in modo che a lavoro eseguito tale gemma sia dalla parte opposta ai tagli e dunque verso l’esterno della pianta. Con l’altra mano si impugna il coltello posizionando la lama vicino alla marza. Il coltello deve avere una inclinazione di 45° e dobbiamo vedere il filo della lama rivolto verso noi. Il pollice deve essere tenuto a fianco del coltello dalla parte opposta della marza in modo da non tagliarci. Tenendo la marza ben stretta, con l’altro braccio piegato a 90° cominciamo a tagliare spicchi di legno tirando verso l’alto tutto il braccio e non solo il polso (sbagliato anche tirare indietro o muovere la marza). Si deve aver cura di far scorrere tutta la lama del coltello lungo la marza per 2 motivi. Il primo è per eseguire un taglio preciso, liscio. Il secondo, se abbiamo inciso la pianta con tutta la lunghezza della lama in automatico il taglio corrisponderà al tassello fatto sulla pianta. Una volta eseguito un bel taglio, giriamo la marza di 90° e allo stesso modo facciamo in altro taglio. In questo modo la marza è pronta per essere inserita nella pianta. La marza va inserita nella cavità (foto 4), meglio se un po’ abbondante in modo che rimanga incastrata naturalmente. Per inserirla ci si può avvalere del coltello per dare dei piccoli colpi alla cima della marza che dovrebbe aderire perfettamente. Una volta inserita va legata fortemente con lacci da innesto e tagliata lasciando solo 2 gemme a legno; la prima dovrebbe, per facilitare i compiti di allevamento poi, essere rivolta verso l’esterno. Successivamente tutte le parti che abbiamo tagliato, vanno coperte con mastice da innesti abbondante. Passato qualche giorno meglio ripassare a ricoprire le stesse parti qualora per freddo o piogge si fossero formate delle screpolature. Durante le operazioni di innesto, seppure l’innesto a triangolo sia particolarmente semplice anche per poco esperti e di facile attecchimento, in particolare sul melo, ci sono degli accorgimenti molto importanti da considerare. Innanzitutto le marze devono essere prelevate da piante assolutamente sane e controllate durante la stagione precedente. Poi bisogna fare molta attenzione a non invertire il senso della marza che deve essere rispettato. I mancati attecchimenti sono spesso causati dall’inserimento al contrario delle marze. Altra cosa importantissima è non toccare mai le parti tagliate con le nostre dita. Infatti il nostro sudore, anche se apparentemente assente, è molto salato e rovina le marze. Poi l’operazione fondamentale più di ogni altra è la copertura dei punti tagliati con i mastici o le pellicole protettive. Infatti anche passaggi minimi di aria impedisco l’attecchimento perché il legno secca velocemente. I coltelli da innesti devono essere affilatissimi in modo che l’ultimo passaggio sia regolare, liscio e senza sbavature. Anche questi, come le forbici, prima delle operazioni di innesto dovrebbero essere disinfettati con Sali quaternari di ammonio o prodotti a base di benzaclonio cloruro di facile reperibilità. Si sconsiglia vivamente Varechina, Alcol, Amuchine, che oltre a non essere sufficienti come disinfettanti nel mondo vegetale hanno anche il difetto di rovinare in tempi brevissimi gli attrezzi di potatura in particolare le lame. Infatti aggrediscono il ferro e subito iniziano dei processi corrosivi ossidativi e subito si perde l’affilatura e le ruggini compaiono in breve tempo. Non serve lasciare più di 2 gemme. Se attecchisce l’innesto o partono entrambe o nessuna. Se ne consigliano 2 perché se in fase di attecchimento qualche operazione maldestra o un colpo di vento rompesse un nuovo germoglio, abbiamo una seconda possibilità immediata. Lasciarne tre sarebbe un errore perché subito partirebbero ma poi, per l’eccessivo sforzo richiesto alla marza, difficilmente riuscirebbe a nutrire tre germogli e una volta esaurite le sostanze di riserva, seccherebbero tutti. Altro suggerimento è di non tagliare subito la marza dopo l’ultima gemma ma di lasciare un po’ di legno di rispetto magari tagliando vicino alla gemma successiva. Questo perché si ha un po’ più di sostanze di riserva a disposizione e la parte estrema che per un centimetro di solito si secca, non va ad intaccare la gemma sottostante. Una volta attecchito l’innesto, il nuovo ramo va legato a dei tutori fino a quando la sua lunghezza raggiungerà i 20 cm in modo che non avvengano rotture. La saldatura dell’innesto a triangolo è particolarmente robusta ma il nuovo germoglio lo sarà solo l’anno successivo quando sarà legnificato.