Il pero e la sua coltivazione
La potatura, la varietà da scegliere e la gestione dei rami
Il pero e le pratiche di potatura: fasi fenologiche
Le fasi fenologiche suddividono il ciclo vitale degli alberi, sia da seme che da talea, margotta o innesto. È importante parlare di queste fasi in frutticoltura perché ognuna richiede interventi specifici per garantire la salute e la produzione del fruttifero. Nella coltivazione del pero, le fasi si ripetono stagionalmente e guidano il calendario degli interventi:
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Il pero è uno tra i pochi fruttiferi che meglio si adattano a qualsiasi manipolazione della chioma. La sua caratteristica è il portamento assurgente delle ramificazioni, ossia la tendenza a sviluppare la maggior parte dei rami verticalmente e a produrre numerosi succhioni.
Nel contesto della coltivazione del pero, nel tempo si sono preferite e consolidate due principali forme di allevamento: palmetta e fusetto. Queste sono forme semplici che devono completarsi velocemente e avere uno scheletro ben robusto. In questo modo, possono sostenere grosse produzioni e consentire una distribuzione uniforme e ben posizionata delle branche fruttifere.
Qualunque sia la forma di allevamento scelta, durante il secondo e il terzo anno dall’impianto, gli interventi mirano a sfruttare al massimo le branche esistenti. Durante l’inverno, si possono praticare intaccature o cimature per stimolare la crescita di nuovi germogli. Quando i rami si saranno formati, si procederà con il diradamento e l’orientamento degli stessi.
Potatura a palmetta
È una forma di allevamento che si preferisce se in presenza di astoni di tipo standard (A1), con portainnesto Ba29, Sydo, Farold, Franco da seme. Il sesto ideale è quello di 4mx2m, il cui periodo di allevamento dura tre anni. Subito dopo la messa a dimora del pero avviene il primo intervento cesorio. Si accorcia l’astone principale a 60-80 cm di altezza. Questo lascia il primo palco di branche principali. Negli anni successivi, l’astone non verrà più tagliato (allevamento a “tutta cima”). Si svilupperanno delle branchette laterali. Queste verranno mantenute e rinnovate se deboli, mentre saranno eliminate se troppo vigorose. Le branche principali non dovranno essere eccessivamente piegate o allungate. È importante evitare sovrapposizioni con le piante vicine.
Potatura a fusetto
La potatura a fusetto è la forma di allevamento più comune nei pereti specializzati. Il sesto d’impianto è stretto (4mtX1mt) e i porta innesti più adatti sono Ba29 per terreni meno fertili e Sydo MC per terreni più fertili. Si utilizzano astoni molto ramificati e gli interventi di potatura sono contenuti per ottenere alberi con un asse centrale ben definito.
Potatura di produzione
La potatura di produzione deve considerare le diverse cultivar di pero e il loro comportamento specifico. È fondamentale riconoscere le formazioni sui rami, come dardi, borse, lamburde, brindilli e zampe di gallo, che influenzano la fruttificazione.
Il dardo è una formazione corta che porta gemme a legno, mentre la borsa è una formazione legnosa ingrossata che si sviluppa nell’anno successivo alla fioritura di una lamburda. La lamburda, a sua volta, è un ramo tozzo lungo 1-2 cm che produce frutti per circa dieci anni.
Il brindillo è un ramo di un anno con gemme a legno lungo il ramo e gemme a fiore nella parte apicale. La zampa di gallo presenta più borse e lamburde, assumendo una forma simile a una zampa di gallo.
L’infiorescenza è un corimbo formato da 7-10 fiori, con il fiore centrale che fiorisce per ultimo, diversamente da altre piante. Se l’allegagione è riuscita, è spesso necessaria una diradatura dei frutticini, specialmente nei primi anni, quando il pero produce su brindilli e rami misti.
Fino all’ottavo anno, la produzione si concentra sulle lamburde, mentre in fase di maturità avviene su legno vecchio di 2-3 anni. I frutti migliori provengono dai rami di 2-3 anni, quindi la potatura deve favorire il legno giovane, mantenendo un equilibrio tra rinnovo e produzione. Questo approccio è cruciale per la coltivazione del pero.
Vediamo ora le operazioni necessarie per ottenere risultati ottimali.
Cura dei rami di un anno
Se i rami di un anno sono inseriti su legno vecchio sono improduttivi e hanno un aspetto esile, un’inserzione verticale e solitamente sono molto lunghi. In questo caso l’operazione da fare è quella di diradare in maniera decisa conservando integri solo quelli che hanno una misura tra i 50 cm e 1 mt, mentre tutti quelli più lunghi vanno eliminati. I rami rimasti intonsi, l’anno successivo subiranno una naturale piegatura data dal peso della vegetazione che porterà una stagnazione della linfa elaborata; ciò permetterà ai tali rami di rivestirsi di lamburde fruttifere.
Cura dei rami di due anni
I rami di due anni sono le lamburde che si formano sui rami di un anno; di solito vanno diradate perché ve n’è una presenza eccessiva. La tecnica è quella di accorciare il ramo attraverso un ramo di ritorno, con lo scopo di ottenere frutti di buona pezzatura. La misura del taglio dipende dalla vigoria del ramo: i rami deboli vengono accorciati a uno-due gemme al massimo, mentre quelli più forti si accorciano a 40-50 cm. I frutti migliori si otterranno dalle lamburde più vicine al taglio di ritorno, mentre le lamburde più vicine all’intersezione col ramo principale si differenzieranno a fiore e daranno frutti l’anno successivo.
Cura dei rami di tre anni
Il ramo di tre anni è quello che normalmente ha già prodotto frutti sulle lamburde vicino al taglio di ritorno fatto nel secondo anno; sarà il ramo, detto branchetta, le cui lamburde vicino al punto di intersezione, avranno differenziato le gemme a fiore e produrranno. Anche in questo caso la potatura consiste in un taglio di ritorno volto ad eliminare le lamburde posizionate in alto sul ramo prodotte durante il secondo anno; questa operazione stimolerà anche un rinnovo vegetativo.
Cura dei rami di 4 anni
Al quarto anno, il ramo raggiunge il suo quarto anno la produzione di qualità migliore avviene sui prolungamenti più giovani, cioè le parti più distanti dal tronco. Ciò non è conveniente, quindi si consiglia di accorciare il ramo a poche gemme per favorire un rinnovamento vegetativo e avviare nuovamente il ciclo su un nuovo ramo.
Potatura di produzione in quattro delle varietà più diffuse
Il pero è un’essenza arborea che invecchia rapidamente. Nella coltivazione del pero, gli interventi cesori si basano, come abbiamo visto, sul rinnovo dei rami a frutto, cercando di contenere la vegetazione nella parte alta e favorendo il rivestimento di rami nella porzione basale. Le cultivar più deboli necessitano di un diradamento dei rami a frutto troppo abbondanti o malmessi, per recuperare la parte aerea; invece, nelle cultivar o nelle singole piante caratterizzate da vigoria, gli interventi di potatura devono essere contenuti per impedire lo “scoppio” di vegetazione susseguente che inficerebbe la produzione.
Varietà Abate Fètel
La varietà Abate Fètel è una varietà francese e fu selezionata dall’abate che la selezionò nel 1876. Matura in autunno ed è molto richiesta. L’impollinazione è buona quando sono presenti gli impollinatori delle varietà Coscia, Kaiser e Passa Crassana. È una cultivar di medio vigore, che tende a spogliarsi in basso e necessita quindi di tagli di ritorno su legno vecchio; la fruttificazione è con prevalenza sulle lamburde e la potatura dev’essere piuttosto forte per un rinnovo di media intensità. La produzione di fiori è abbondantissima, ma l’allegagione a volte è scarsa. Si consiglia quindi di eliminare con la potatura il 50% di gemme miste, spuntando tutti i rami di due o tre anni con tagli di ritorno, senza diradare. Le zampe di gallo, invece, vanno eliminate senza indugio, perché produrrebbero pere di qualità inferiore.
Varietà Conference: molto diffusa e precoce nella messa a frutto, originaria dell’Inghilterra nel 1885. L’impollinazione incrociata è con le cultivar Guyot, William e Passa Crassana. È molto produttiva, ma ha una tendenza all’alternanza. La produzione si concentra sulle lamburde portate dai rami di due anni, la potatura conseguentemente è medio corta, ossia energica, per portare ad un rinnovamento consistente. Allega con facilità, ma ha problemi di pezzatura. I frutticini in eccesso vanno quindi diradati manualmente.
Varietà William: varietà inglese, selezionata dal botanico William nel 1770, ha maturazione estiva ed è apprezzata per le sue qualità organolettiche. L’albero di questa cultivar è molto produttivo, viene impollinato da Conference, Decana del Comizio e Passa Crassana. Richiede una potatura leggera, solo per rinnovare le branche. Produce sia su lamburde che su brindilli coronati. È una potatura tardiva, da procrastinare fino a quasi l’inizio della fioritura per determinare con più facilità le gemme a frutto. I rami devono essere lasciati lunghi per favorire la fruttificazione apicale, stimolando però anche la fruttificazione in basso.
Varietà Kaiser o Imperatore Alessandro: questa cultivar francese ha una lenta entrata in produzione ma è molto produttiva e costante. Ha rami penduli e ciò la rende facilmente distinguibile dalle altre varietà. Le varietà Conference, Decana del Comizio e Passa Crassana sono ottime impollinatrici per la Kaiser. La potatura è leggera e richiede pochi interventi di rinnovo, consistendo in tagli lunghi e diradamenti delle branchette.