Generalità sulla coltivazione delle Drupacee
Scoprite tanti consigli sulla coltivazione del pesco, albicocco e ciliegio
Con il termine “Drupacee” si fa riferimento a quella famiglia di alberi da frutto appartenenti alle Rosacee. Sono racchiuse diverse specie come albicocco, pesco, ciliegio, susino, nettarina e mandorlo. Le piante arboree da frutto per dare produzioni soddisfacenti devono essere coltivate nelle condizioni di ambiente più propizie. Pur con differenze significative tra una specie e l’altra, le Drupacee manifestano una certa omogeneità sotto il profilo agronomico. E’ necessario considerare, per ciascuna specie e per le relative cultivar, le temperature minime e massime, l’intensità di luce, la quantità e la distribuzione delle piogge, l’epoca e la frequenza delle brine e della grandine, l’intensità del vento. Uno dei pericoli più gravi per il raccolto è rappresentato dai geli di primavera in quanto i tessuti giovani degli organi fiorali, delle gemme e delle foglie sono estremamente sensibili ai ritorni di freddi tardivi. Tra le meteore acquee, la grandine è quella che danneggia maggiormente le piante durante tutto il periodo vegetativo. Mantenere una corretta potatura delle piante è di fondamentale importanza. Di seguito, vediamo brevemente quali sono le esigenze primarie delle varie specie.
Pesco
Il pesco predilige un clima mite; le gelate primaverili provocano danni ai fiori limitando così la produzione. Il pesco predilige terreni sciolti e profondi, mentre sopporta poco i terreni ricchi di calcare. Il pesco è la pianta che più in assoluto ha bisogno di essere potata; occorre eseguire la potatura secca e anche quella estiva, oltre al diradamento dei frutti. Con la potatura si elimina dal 50 al 70% dei rami misti presenti, asportando quelli deboli, quelli troppo vigorosi e conservando i rami misti di media vigoria lunghi dai 40 agli 80 cm. Si eliminano i polloni, i succhioni, i rami malati o rotti. Molto importante è la potatura verde, che consiste nel togliere i polloni e i succhioni durante tutta l’estate; inoltre è consigliabile intervenire anche in fase post-raccolta, per migliorare la qualità dei rami misti per l’anno successivo.
Albicocco
L’albicocco, rispetto alle altre specie del genere Prunus, tollera meglio gli elevati valori di pH e la salinità; non tollera invece i terreni asfittici. L’albicocco è caratterizzato da vegetazione abbondante, con emissione di numerosi germogli provenienti da gemme latenti. Il ritmo di crescita dell’albicocco è caratterizzato da diversi flussi d’intensità, a seconda delle cultivar, che conducono alla formazione di rami a lunghezza variabile e diverso gradiente di fertilità. La pianta reagisce male ai tagli di potatura, soprattutto se di grosse dimensioni poiché favoriscono la gommosi e la fuoriuscita di numerosi succhioni. S’interviene sui rami che infittiscono la chioma, quelli rotti o malati, mentre, durante l’estate, sono utili le curvature dei rami vigorosi, la torsione e l’eliminazione dei succhioni.
Ciliegio
Il ciliegio sviluppa buone strutture radicali, pertanto nei terreni profondi e ben drenati è più produttivo, invece riduce la produzione in quelli più pesanti e umidi. Si sviluppa meglio nei climi più asciutti e freschi in cui le malattie, il rischio delle gelate e la pioggia rappresentano problemi minori.