Fioritura e insetti impollinatori
Fioritura e insetti impollinatori
Fra marzo ed aprile fiorisce la maggior parte delle piante da frutto. Alcune di queste hanno i fiori maschili su una pianta e i fiori femminili su un’altra (per esempio il kiwi). In altre i fiori maschili e femminili sono diversi fra loro, ma crescono sulla stessa pianta (nocciolo). La maggior parte delle specie hanno fiori ermafroditi, che presentano cioè sia gli organi riproduttivi maschili e che quelli femminili. In alcuni casi il polline prodotto da una determinata varietà non riesce a fecondare l’organo femminile di quella stessa varietà, mettendo a rischio la possibilità di produrre, perciò diventa necessario che nel frutteto o nelle sue vicinanze siano presenti piante della stessa specie, ma appartenenti ad una varietà diversa e che fiorisca contemporaneamente. Questa situazione avvantaggia anche le piante autofertili, perché l’impollinazione fra piante con un corredo genetico diverso è sempre più efficace.
Naturalmente l’impollinazione è fondamentale anche per le piante da orto di cui si utilizzano i frutti: pomodori, zucchine, melanzane, cetrioli, peperoni, ecc.
Dall’impollinazione dipende la produzione futura e la maggior parte delle piante da frutta e delle orticole utilizza l’impollinazione entomofila, cioè le piante si affidano agli insetti impollinatori, detti anche pronubi, per questa fondamentale attività.
Attirare gli insetti giusti
Questo è il motivo per cui, durante la fioritura, bisogna evitare i trattamenti fitosanitari che possono danneggiare gli insetti impollinatori o, nell’ipotesi migliore, interferire con la loro attività.
Quando si parla di pronubi si pensa immediatamente alle api, ma, per quanto le api rappresentino la comunità di impollinatori più numerosa e più attiva, anche altri insetti come le osmie, i bombi, i megachile, le api solitarie e i sirfidi svolgono una funzione fondamentale in questo campo, soprattutto quando le temperature sono troppo basse per consentire il volo delle api.
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La presenza di questi impollinatori secondari può essere incrementata installando in campo dei bug hotel, cioè dei nidi adatti ad ospitare tali insetti. I modelli possibili sono tanti, da un semplice ritaglio di un tubo di polietilene, riempito con paglia e canne di bambù di diverso diametro, da appendere ad un albero o a un arco di una serra fino alle piccole strutture portanti in legno alte oltre due metri e larghe altrettanto che si incontrano spesso nei parchi pubblici del Nord Europa.
Costruire un piccolo bug hotel è piuttosto facile. Come struttura portante si può impiegare una cassetta in legno per il vino oppure una cassetta in legno per la frutta chiusa lateralmente con un compensato. Le camere per gli ospiti possono essere costituite da canne di bambù tagliate ad una lunghezza pari alla profondità del contenitore, da tronchi di legno in cui sono stati creati con un trapano fori di larghezza compresa fra 0,65 e 1 cm e profondità da 10 a 60 cm, da tronchetti di piccole dimensioni, pigne secche e, perché no, mattoni forati ridotti alle dimensioni necessarie.
Il tutto va inserito nella struttura portante realizzando aree contigue costituite dal medesimo materiale. Il lavoro richiede un po’ di pazienza solo nella fase conclusiva quando bisogna trovare i pezzi adatti a completare l’incastro dei materiali utilizzati per le camere. Una rete a maglia larga inchiodata sulla struttura portante permette di trattenere i materiali al suo interno.
I bug hotel vanno sistemati in campo a fine estate offrendo così agli impollinatori un luogo adatto allo svernamento in prossimità delle piante coltivate. Vanno messi in pieno sole e in aree dove il disturbo causato da un frequente passaggio è minimo.
Fiori e piante aromatiche
I bug hotel costituiscono un elemento importante per favorire la presenza di molti pronubi in prossimità dei campi coltivati, ma gli impollinatori possono essere attirati anche coltivando essenze che offrono a questi insetti una grande disponibilità di nettare. Nei campi si possono coltivare il grano saraceno, la facelia, il ginestrino e la senape bianca: tutte piante in grado di fornire un pascolo molto gradito ad api ed altri pronubi. Nei piccoli orti e nei giardini si può ottenere un risultato analogo seminando fiori decorativi ricchi di nettare come la calendula, il tagete, il coreopsis, la potentilla, il fiordaliso, la zinnia, il cosmos, l’alisso giallo, la verbena e la lantana.
Anche la fioritura di molte piante aromatiche rappresenta un ottimo pascolo per gli impollinatori. Le piante di timo, santoreggia, lavanda, issopo e salvia pullulano di insetti pronubi durante la fioritura e rappresentano, quindi, un ulteriore elemento di richiamo per gli impollinatori.
Non è meno importante che queste piante rappresentino la principale fonte alimentare di molte farfalle e che la loro coltivazione permetta di contribuire alla salvaguardia di queste specie. Infatti, se i casi della moria delle api e della scomparsa delle lucciole sono tristemente noti, meno conosciuto è il fatto che la World Conservation Union (IUCN) considera a rischio di estinzione più della metà delle specie di insetti conosciute, fra le quali molte specie di farfalle.
Attenzione al tarassaco
L’unico fiore del quale diffidare è il tarassaco. Questa pianta produce un nettare talmente buono e abbondante da rischiare di distogliere gli impollinatori dalle piante coltivate. Se in prossimità delle piante coltivate, durante la loro fioritura, si trova un campo con una fioritura intensa di tarassaco bisogna provvedere al suo sfalcio. Soprattutto se questa vicinanza si realizza con piante poco nettarifere come il pero o l’actinidia (kiwi).
In particolare i fiori dell’actinidia sono così poco attrattivi da richiedere l’impollinazione manuale: si preleva con un pennello il polline dai fiori maschili e lo si raccoglie in un contenitore per distribuirlo successivamente sempre con un pennello sui fiori femminili. Un risultato simile si può ottenere, creando nei pressi delle piante di actinidia, dei vortici d’aria grazie ad un atomizzatore fatto girare a vuoto o utilizzando un soffiatore. Nel kiwi è fondamentale riuscire ad impollinare il maggior numero di ovuli possibile, perché la presenza di molti semi migliora il gusto dei frutti.
>> Dopo aver imparato come attirare gli insetti impollinatori, guarda anche la playlist dedicata alla coltivazione dell’orto bio!
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